Ma perché acquasantiere in un museo naturalistico che si è conquistato il nome di “Louvre delle conchiglie”? Chiarisce il direttore del museo Tiziano Cossignani: “le prime acquasantiere sono state delle conchiglie, contenitori dell’acqua benedetta, a ricordo del proprio battesimo, ecco perché in alcune chiede ancora oggi una “Tridacna” contiene l’acqua benedetta (Saint Suplice a Parigi ne contiene una il cui basamento è stato realizzato dallo scultore Pigalle); già nel ‘600 i primi artigiani utilizzavano conchiglie stilizzate, in Francia nell’800 la fusione di alcune valve di Hyppopus e la “Tridacna” era alla base delle più comuni acquasantiere.
In Germania i grandi artisti hanno prodotto grandi e bellissime acquasantiere in porcellana, tanto ricercate che esistono molte copie false e con marchi fantasma.
In Italia ogni centro ceramico ha prodotto e continua a produrre acquasantiere dove la conchiglia è protagonista e qui possiamo parlare dei centri principali: Montelupo Fiorentina con le robbiane; Castelli con La Madonna di Pompei; Deruta, Caltagirone, Vietri, Grottaglie etc. Alla mostra vi sono anche esempi di acquasantiere a conchiglia in pietra, le più rubate nelle chiese e presenti nella lista dei Carabinieri Nucleo Tutela Beni Culturali.”
La mostra è permanente e le acquasantiere posso essere ammirate sempre accanto ad un milione di conchiglie, perle, madreperle, ventagli, croci e etc., in un percorso espositivo di quasi due chilometri, su una superficie di 3000 metri quadrati.
In giugno il museo è aperto tutti i giorni, festivi compresi, dalle ore 16.00 alle ore 20.00. (info: www.malacologia.org)