SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sabato 26 maggio ore 14:45, un’allegra brigata di una ventina di ragazzi di prima media della parrocchia di San Filippo Neri partiva alla volta del monastero delle suore di clausura di Santa Speranza, in zona Ponterotto, accompagnati da noi catechiste, animatori dell’oratorio e qualche mamma di buona volontà, per consegnare parte dell’incasso del mercatino di beneficenza dello scorso 17 dicembre (una parte era già stata devoluta ad una famiglia bisognosa del territorio).
Suor Graziana, la madre superiora, e suor Massimiliana ci hanno accolto nella loro “casa”. Dopo averci ringraziato di aver condiviso con loro i “frutti” del nostro impegno e del nostro lavoro, suor Graziana ci ha donato la testimonianza del suo percorso verso la vita consacrata: il suo volto solare e i suoi occhi vivaci rivelavano inequivocabilmente che quella scelta, realizzazione del progetto di Dio, era la causa della sua felicità.
Le sorelle clarisse ci hanno descritto la giornata-tipo nel monastero e siamo rimasti sorpresi per le numerose attività che svolgono, sia per mantenersi che per servire gli altri, in particolare ci ha fatto riflettere il servizio di “portineria” che consiste nell’accogliere le persone che, in situazioni di sofferenza o solitudine telefonano e suonano alla porta per essere anche soltanto ascoltate. Il loro commento è stato che di fronte al dolore della gente ci si sente impotenti e inadeguati, però mi sento di aggiungere che in quei momenti si è, più che mai, lo strumento nelle mani del Padre buono che accoglie e consola.
Alla fine del momento di ascolto, ci siamo cimentati in un lavoretto artigianale con l’aiuto di suor Massimiliana: realizzare, con un braccialetto di corda con un piccolo tao in legno colorato, la decina del rosario con i nodi francescani. L’impresa è stata ardua perché è un lavoro che richiede pazienza e manualità, ma alla fine tutti noi siamo riusciti a portare a casa questo piccolo ricordo di giornata.
Si comprende facilmente che i ragazzi hanno vissuto e interiorizzato quest’esperienza ognuno in modo diverso secondo la propria individualità. Il nostro obiettivo era di compiere un gesto di generosità ma anche di far conoscere una realtà della nostra società tanto silenziosa quanto comunicativa, fatta di preghiera ma anche di opere concrete, discreta rispetto al frastuono cittadino ma altrettanto aperta al prossimo che vive fuori.
Siamo partiti per donare, ma alla fine abbiamo ricevuto tanto anche noi….riflessi di generosità.