È un pregiudizio molto diffuso quello che vede l’opposizione fra la scienza e la religione. Generalmente si sostiene che esse siano totalmente inconciliabili, poiché la scienza si basa su fatti verificabili, mentre la religione si basa su ciò che si crede. In realtà, una vasta gamma di studi dimostra l’esatto contrario e cioè che il cristianesimo sia stato determinante per la nascita e lo sviluppo della scienza. Il cristianesimo, infatti, ha come fornito le strutture concettuali perché la scienza potesse prendere le sue prime mosse.

Possiamo affermare che si può parlare di scienza in senso stretto solo a partire da Galileo Galilei, il quale, pur condannato dalla Chiesa del suo tempo, voleva cercare nella natura le impronte del Creatore. È quello che pensa lo scienziato Antonino Zichichi che si spinge addirittura ad affermare che la scienza moderna è nata da un vero e proprio atto di fede in Dio Creatore. Cerchiamo di approfondire il discorso.

La natura è buona. Nel primo capitolo della Genesi, quello che parla della creazione dell’universo, ogni volta che Dio chiama qualcosa all’esistenza la osserva e consata che essa è buona, proprio come lui che ne è all’origine. Addirittura, quando crea l’essere umano, il Creatore si compiace dicendo che esso è molto buono. Solo affermando la bontà della Creazione si può generare un interesse verso la natura. La scienza non sarebbe potuta nascere in ambienti gnostici che negano la bontà della materia o in quelle culture orientali che vedono la realtà come mera apparenza.

La natura non è Dio. Per quanto possa sembrare paradossale, il brano di Genesi desacralizza l’universo. Ad esempio, parlando del sole e della luna, essi sono chiamari “luce maggiore” e “luce minore”. L’autore sacro mette in evidenza la loro funzione di illuminare il giorno e la notte e questo per fugare ogni dubbio sulla loro divinità: il sole e la luna non sono dèi, come per le antiche civiltà, ma sono creature di Dio. Nella concezione giudaico-cristiana il mondo è opera di Dio, ma non è Dio: il divino è posto oltre la sfera sensibile. Per dirla in termini teologici, Dio trascende il mondo: è un principio esterno all’universo ad aver creato l’universo. Questa demitizzazione della natura ha permesso all’uomo di indagarla senza alcun complesso di inferiorità.

La natura è ordinata. Per lo scrittore cristiano Lattanzio, il fatto che gli astri seguano delle orbite fisse è la dimostrazione che essi non sono dèi (altrimenti potrebbero fare quello che vogliono). Al contrario essi eseguono gli ordini che Dio ha imposto loro nella Creazione. Nell’universo cristianamente concepito regna un ordine: esso non è sotto il dominio del caos. Solo una natura ordinata, sottoposta a una logica creatrice, è degna di essere indagata e studiata. Se invece si concepisse l’universo come dominato dal caos, non avrebbe alcun senso cercarvi delle leggi di causa-effetto.

La natura può essere conosciuta dall’uomo. Come già detto, per il cristianesimo non solo la natura è buona, ma addirittura l’uomo e la donna sono molto buoni essendo a immagine e somiglianza di Dio. Essendo dotati di ragione come il loro Creatore, essi si possono accostare alla natura col desiderio di conoscerla. Scrive a tal proposito Sant’Agostino: “Lontano da noi il pensiero che Dio abbia in odio la facoltà della ragione, in virtù della quale ci ha creati superiori agli altri esseri animati. Lontano da noi il credere che la fede ci impedisca di trovare o cercare la spiegazione razionale di quanto crediamo, dal momento che non potremmo neppure
credere, se non avessimo un’anima razionale”. Anche qui ci sarebbe molto da dire sul pregiudizio dell’opposizione fra ragione e fede!

La natura è un libro da interpretare, proprio come la bibbia. La natura, accolta come dono di Dio all’uomo, può e deve essere scoperta e analizzata. È proprio quello a cui invita Sant’Agostino con queste parole: “Sia il tuo libro la pagina divina (=la Bibbia) che devi ascoltare; sia il tuo libro l’universo (la Natura) che devi osservare”.

È in questo humus culturale, sintetizzato in 5 punti, che è potuta attecchire la scienza e se noi oggi pensiamo che fra religione e scienza vi possa essere ostilità, è perché siamo eredi di una cultura illuminista e positivista che in modo ideologico, cioè contro le evidenze della realtà e della storia, ha voluto escludere ogni riferimento religioso nel campo del sapere.

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