“Non è assolutamente vero che nel dizionario dei giovani manca la solidarietà. La maggior parte dei giovani è incline alla solidarietà, perché la loro personalità in formazione è sensibile ai forti richiami della vita, è curiosa dell’esistenza degli altri, è fiduciosa nel futuro”. Lo afferma don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e sacerdote a lungo impegnato al fianco dei giovani in difficoltà, nell’intervista pubblicata nel libro “Inquieti sognatori. I giovani nella Chiesa di Papa Francesco” (Lev), a cura di padre Vito Magno. Don Ciotti sottolinea così “l’importanza e la necessità di sostenere le speranze dei giovani, di permettere che si realizzino, se vogliamo che la società abbia un futuro e un progresso”. E osserva che “un giovane deve sapere che solamente la solidarietà, quella connessa ai diritti e all’impegno nel promuoverli, può garantire la dignità e la libertà delle persone”. Ripercorrendo la propria esperienza al fianco dei giovani, il fondatore di Libera sostiene che “essi non cercano concetti astratti, ma esperienze concrete”. E non cambiano i loro bisogni fondamentali: “Essere riconosciuti, coinvolti, responsabilizzati nel mettere se stessi a servizio degli altri”. Poi, l’attenzione si volge sull’invito di Papa Francesco ad abbattere i “muri della superficialità e dell’indifferenza”. “Questi due mali caratterizzano contesti in cui l’affermazione individuale avviene a scapito del legame sociale. La più grande povertà di oggi è, infatti, la mancanza di relazioni che causa solitudine e conseguentemente ansie, fatiche, sofferenze”. Per questo motivo, “bisogna abbattere il muro dell’indifferenza, recuperare la dimensione della relazione, lottare contro le forme di solitudine per stare vicino ai bisogni della gente”. Don Ciotti rilancia l’incoraggiamento di Papa Francesco: “I giovani vanno sostenuti, incoraggiati, dotati di strumenti necessari per realizzare i loro sogni”. Anche la politica, secondo il fondatore di Libera, deve fare la sua parte: “Ciò che non va è l’irresponsabilità della politica ad approvare leggi categoriche per tutelare maggiormente i giovani”.