La salute e la sicurezza di 200mila rifugiati rohingya, di cui la metà bambini, è a rischio dopo le piogge torrenziali e i forti venti che hanno colpito i campi e gli insediamenti di fortuna nel Bangladesh sudorientale. A lanciare oggi l’allarme è l’Unicef. “Migliaia di bambini e le loro famiglie vivono in rifugi in aree collinari senza alberi, rocce o arbusti che possano contenere i terreni sabbiosi (la maggior parte dei quali ora si sono trasformati in fango) mentre le piogge continuano a cadere e la falda freatica sale rapidamente – dichiara Edouard Beigbeder, rappresentante Unicef in Bangladesh -. È di vitale importanza che i rifugiati nelle zone più vulnerabili possano spostarsi in luoghi sicuri, ma molte famiglie che, negli ultimi mesi, hanno già affrontato diversi sconvolgimenti, sono riluttanti ad abbandonare le loro case di fortuna”. Molte strade che portano ai campi sono allagate, mentre la più grande strada militare che divide in due il più grande insediamento è stata chiusa a tutti, tranne che ai veicoli medici. Diversi centri per l’apprendimento e spazi a misura di donne e bambini sostenuti dall’Unicef e dai suoi partner sono stati chiusi a causa del maltempo. “Con l’intensificarsi delle piogge monsoniche, aumentano anche i pericoli per i bambini – aggiunge Beigbeder -. Le frane e le inondazioni possono causare non solo ferite, separazione o morte, ma anche malattie e la mancanza di accesso a servizi vitali che includono servizi sanitari e l’istruzione. È necessario un supporto urgente per evitare che un’ulteriore catastrofe colpisca migliaia di bambini”.
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