“Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare…” affermava Antonio Gramsci ed è difficile non essere concordi, soprattutto nell’odierno contesto socio-culturale.
“Parteggiare” significa assumere un atteggiamento apertamente a favore di idee, di progetti o di persone opposte in un confronto. Questa parola ha il compito preciso di sdoganare l’indifferenza e l’individualismo, ma soprattutto assume un valore rilevante nell’accezione positiva del suo significato, tuttavia, parteggiare attraverso le offese, le “fake news” o le minacce, rappresenta una visione distorta della partecipazione, che assume i connotati di una diversa forma di “indifferenza armata“.
Per ricostruire un nuova mentalità politica più giusta ed efficace, è necessario partire da un ragionamento essenziale: contrastare ogni tipologia di indifferenza. La vera sfida di questo tempo è quella di fare i conti non solo con l’indifferenza di chi si ben guarda dall’impegnarsi per costruire una società migliore, ma soprattutto con l’attivismo rancoroso dell’indifferenza “armata”, vero problema della nostra società attuale.
Uno degli elementi fondamentali della democrazia è la partecipazione, senza di essa il confronto si appiattisce, perdendo inevitabilmente di obiettività. La politica è in crisi perché ha smarrito la sua funzione educativa, sta fallendo perché continua a rincorrere la società in cambio di un consenso precario, continuando ad agire in maniera incerta perché si rispecchia nella società odierna, dove le relazioni interpersonali sono deteriorate, l’ascoltarsi diventa sempre più difficile e di conseguenza il confronto scaturisce in conflitto.
Il modo migliore per dialogare è quello di costruire insieme, di progettare insieme attraverso il personale contributo di ognuno. Come afferma Papa Francesco, oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca. Le situazioni che viviamo oggi pongono dunque sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. Questo nostro tempo richiede di vivere i problemi come sfide e non come ostacoli.
Mi rivolgo in particolar modo ai giovani, a coloro che sono appassionati del proprio ideale, a coloro che lo cercano, a chi ha paura di non trovarlo, a chi lo vede irraggiungibile. Dobbiamo avere coraggio, per cambiare il corso degli eventi è necessario credere fermamente nei propri progetti di vita, senza avere paura del fallimento. Dobbiamo avere il coraggio di ricominciare, ogni volta che falliremo. Attraverso il contributo di tutti saremo capaci di rialzarci per restituire dignità alla politica, alle relazioni, a noi stessi. Una vita vissuta nell’indifferenza non vale la pena esser vissuta.
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