“Da tempo non sentivo parlare sulla famiglia con tanta passione. Ci vuole coraggio per farlo oggi. Grazie”. Con queste parole Papa Francesco ha ringraziato Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari, nell’udienza concessa per i 25 anni dell’associazione. Dopo aver sentito, infatti, il saluto del presidente, Francesco ha scelto di consegnare il discorso scritto e ha parlato a braccio per circa 25 minuti. Nel testo scritto, il Papa afferma che “il pieno riconoscimento e l’adeguato sostegno alla famiglia dovrebbero rappresentare il primo interesse da parte delle istituzioni civili, chiamate a favorire il costituirsi e il crescere di famiglie solide e serene, che si occupino dell’educazione dei figli e si prendano cura delle situazioni di debolezza”. “Non stancatevi di sostenere la crescita della natalità in Italia, sensibilizzando le istituzioni e l’opinione pubblica sull’importanza di dar vita a politiche e strutture più aperte al dono dei figli”, la consegna per le attività future del Forum.
La famiglia è una sola. Il matrimonio “non è una lotteria”, esordisce il Papa mettendo in guardia dalla “superficialità” sul “dono più grande che Dio ha dato all’umanità”.
“Oggi – fa dolore dirlo – si parla di famiglie diversificate, di diversi tipi di famiglie”, il grido d’allarme di Francesco: “Sì, è vero che la parola famiglia è una parola analoga – spiega citando espressioni come ‘famiglia delle stelle, degli alberi, degli animali’ – ma la famiglia immagine di Dio, uomo e donna, è una sola”.
“Può darsi che l’uomo e la donna non siano credenti, ma se si amano e si uniscono in matrimonio sono immagine e somiglianza di Dio, benché non credano”, puntualizza: “È un mistero: san Paolo lo chiama mistero grande, sacramento grande. Un vero mistero”.
L’aborto è un’atrocità. “Il secolo scorso tutto il mondo era scandalizzato per quello che facevano i nazisti per curare la purezza della razza. Oggi facciamo lo stesso, ma con guanti bianchi”. Parlando a braccio, il Papa definisce l’aborto “un’atrocità” e lo paragona alle atrocità dei nazisti. No all’“omicidio dei bambini”, come si fa con quelli destinati alle malformazioni, evidenti dai test fin dai primi mesi di gravidanza, o come facevano a Sparta gettandoli già dalla rupe. I figli, invece, sono “il dono più grande. I figli che si ricevano come vengono, come Dio li manda, come Dio permette”.
Pazienza anche nelle infedeltà. Nel matrimonio, “un’altra cosa che aiuta tanto è la pazienza”, assicura il Papa: “Ci sono nella vita situazioni di crisi forte, crisi brutte, dove arrivano anche tempi di infedeltà”. “Quando non si può risolvere il problema in quel momento”, per Francesco bisogna fare ricorso a “quella pazienza dell’amore che aspetta, che aspetta”. L’esempio citato è quello di “tante donne che nel silenzio hanno aspettato guardando da un’altra parte, aspettando che il marito tornasse alla fedeltà: e questo è santità. La santità che perdona tutto perché ama”. Nel matrimonio, insomma, ci vuole “molta pazienza l’uno dell’altra”: quando uno è nervoso e grida, non si risponde con un altro grido. “Stare zitto, lasciar passare la tempesta e al momento opportuno parlarne”, il consiglio del Papa, che ha ricordato ancora una volta le “tre parole magiche, ma importanti nel matrimonio”: permesso, grazie e scusa.
Amoris Laetitia non è “casistica”. “Alcuni hanno ridotto l’Amoris Laetitia a una sterile casistica di ‘si può’ e ‘non si può’. Non hanno capito nulla”. Sono nette le parole sulla ricezione dell’esortazione apostolica. Il consiglio, per i presenti, è di leggere il quarto capitolo, che è il nocciolo del documento.
“Oggi c’è bisogno di un catecumenato per il matrimonio, come c’è un catecumenato per il battesimo”, la proposta.
Il lavoro, i figli e i nonni. “La famiglia è minacciata, per la mancanza di lavoro”, piaga di cui soffrono soprattutto i giovani, denuncia il Papa. “Perdete tempo con i bambini, con i vostri figli, giocate con i vostri figli, non li disturbate!”, l’invito. “Per favore, custodite i nonni, fate parlare i nonni, che i bambini parlino con i nonni”, l’altro appello: “Accarezzate i nonni, non allontanateli dalla famiglia perché sono fastidiosi, perché ripetono le stesse cose. Amate i nonni, e che loro parlino con i bambini”.