Il neo-ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, ha proposto l’abolizione del bonus cultura, destinato, per volontà del precedente ministro Dario Franceschini, a chi ha compiuto 18 anni nel 2017 e che permette di ottenere 500€ da spendere in cinema, musica, concerti, eventi culturali, libri, musei, monumenti e parchi, teatro e danza, corsi di musica attraverso l’app “18app”.
L’idea era quella di spingere appunto i giovani verso l’acquisto di prodotti culturali o che potessero essere utili alla loro formazione. L’iniziativa purtroppo si è tradotta con un’erogazione di soldi pubblici a pioggia, sul quale di fatto non è stato possibile effettuare alcun controllo.
Dalle colonne di questo giornale ci permettiamo di proporre una soluzione media fra l’erogazione a pioggia e la totale abolizione. Una soluzione che ha il suo merito non nell’essere una via di mezzo, ma di avere un contenuto educativo. Perché non continuare ad erogare i 500 € solo a quegli studenti che ottengono tutti dieci nella pagella di quinto superiore? E magari un importo inferiore anche per chi ha la media del nove? Sarebbe un riconoscimento a coloro che hanno messo impegno e passione nell’esecuzione del proprio dovere e inoltre introdurrebbe un criterio meritocratico che non si limiti alla pur importante soddisfazione di essere lodati dai propri professori.
È necessario che i giovani percepiscano l’importanza dello studio e della formazione già in età scolare e non solo in maniera retrospettiva quando entreranno nel mondo del lavoro. Chi lavora nel mondo della scuola sa bene che si assiste di anno in anno a un sempre crescente livellamento verso il basso e crediamo sia giusto apportare in tal senso qualche misura correttiva. È sicuramente compito della scuola sostenere e aiutare gli alunni più bisognosi, ma questo non esclude affatto la possibilità che vengano premiate le cosiddette eccellenze.