L’ABC sulla ’ndrangheta. Colloquio con il vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva.
Cosa rappresenta il Santuario di Polsi per la ’ndrangheta e quali provvedimenti ha preso come vescovo?
So cosa rappresenta il Santuario di Polsi per la Chiesa. Con la sua lunga storia di più di mille anni di spiritualità. Molto caro ai pellegrini devoti della Madonna della Montagna. Purtroppo nel corso del tempo è stato anche un luogo frequentato da esponenti della ’ndrangheta, che lì facevano summit e decidevano le loro gerarchie interne. É quello che è emerso dalle indagini condotte dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, in particolare nell’operazione “crimine”. Il luogo solitario tra gli impervi colli dell’Aspromonte ha favorito un certo isolamento, ideale per chi come – come la ‘ndrangheta – ama agire all’oscuro, per non essere intercettata dalle forze dell’ordine…
…questo introduce anche al rapporto tra organizzazione mafiosa e fede cristiana.
I mafiosi hanno della religione un concetto tutto loro e pensano di essere anche loro devoti e di trovare aiuto nella Vergine Maria. Ma la loro religiosità è atea, deviata; nulla ha a che fare con la fede cristiana.
L’uso della simbologia religiosa è un’appropriazione indebita e sacrilega delle immagini sacre, che non li assolve dai loro peccati e propositi criminali.
Se papa Francesco li ha dichiarati scomunicati, ciò significa che essi sono fuori dalla comunione con la chiesa. Non resta che pregare per la loro conversione. Ho istituito in diocesi una giornata di preghiera per la conversione dei mafiosi e la custodia del creato per il primo sabato del mese di ottobre. La speranza nostra, della chiesa è che anche il criminale più incallito possa convertirsi e cambiare vita. Ma occorrono veri sinceri segni di conversione, anche attraverso forme di pubblico ravvedimento. Non basta un pentimento a parole che non porta ad un cambiamento di vita.
È per me ripugnante il solo pensare che questo Santuario possa essere definito “Santuario della ‘ndrangheta”. E che possa essere infangato da chi ha come dio il denaro, il malaffare, la violenza criminale. A Polsi il pellegrino vuole trovare un ambiente sano e di preghiera, un’accoglienza degna e sicura. Per questo
abbiamo voluto attivare un sistema di accoglienza con regolare registrazione di quanti chiedono ospitalità nelle strutture del santuario.
Per la stessa ragione è stato predisposto un pronto soccorso medico ed una postazione stabile dei Carabinieri. È in fase di attivazione anche la linea telefonica ed un sistema di comunicazione internet. Per i giovani è stato istituito il Concorso artistico-letterario “Madonna di Polsi” rivolto alle scuole di ogni ordine e grado sui temi della legalità e del rispetto dell’ambiente. Si vuole con esso far conoscere il santuario con le sue bellezze ed educare alla legalità, alla partecipazione civile ed al rispetto del creato. Credo che sia molto importante ogni azione volta alla crescita culturale del territorio e al rispetto dell’ambiente.
Perché la ‘ndrangheta prospera? Quale problema sociale, culturale e politico fa sì che essa stabilisca la sua egemonia?
Le ragioni possono essere tante. Ed hanno radici storiche che vanno lontano. In questa area della Locride storicamente è stato sempre avvertito un senso di lontananza delle istituzioni che ha favorito un clima anti-istituzionale e di ostilità verso l’istituzione-Stato. Sono in tanti che non amano la dimensione repressiva dello Stato. E lo Stato lo si vede lontano, quando non ci si sente rappresentati nelle sfere alte della politica, quando la disoccupazione cresce a dismisura, quando si avverte il peso di uno stato di isolamento dovuto alla mancanza di moderne vie di comunicazione (strade dissestate e poco agevoli, la principale arteria viaria la SS 106 a tratti poco scorrevole, interrotta sul torrente Allaro, collegamenti lenti, una ferrovia ad un binario non elettrificata, pochi treni).
Spazio dello Stato e spazio della mafia.
Gli spazi lasciati dallo Stato sono occupati dalla ‘ndrangheta. Questa si fregia di prendere il posto dello Stato e di offrire quello che questo non dà (servizi, risorse economiche e lavoro). Finisce con il creare tante illusioni, specie nei giovani. Essa è la principale causa del sottosviluppo economico e sociale: favorisce un’economia illegale sommersa, accresce la corruzione, l’usura, tante dipendenze e povertà.
Le persone hanno una conoscenza superficiale delle mafie. Come opera la ‘ndrangheta? Può fare un esempio che faccia capire dove arriva lo Stato legale o la società legale e dove arriva il gruppo criminale? Per esempio, se un giovane cerca lavoro cosa succede?
È vero, si è troppo a lungo convissuto con la mafia. E non si è acquisito la consapevolezza della sua pericolosità. Ciò ha favorito l’affermazione di una mentalità mafiosa che ha alimentato il fenomeno criminale. Molti giovani si sono lasciati ammaliare e sono caduti nella sua morsa. Proprio perché prometteva loro quello che lo Stato non dava, come il lavoro.
L’ottenere ciò che spetta per diritto come una concessione di favore o per amicizie o con le raccomandazioni del potente di turno (lo stesso capomafia) ha creato tanta sfiducia nelle istituzioni stesse ed ha rafforzato il potere criminale.
Il giovane cui viene riconosciuto il diritto al lavoro solo sulla carta non ha via di scampo: emigrare altrove o sottomettersi alle logiche mafiose. La ‘ndrangheta non dà nulla per nulla, se fa un favore è per averne un proprio tornaconto. Sempre comunque per accrescere il proprio potere e consenso. Se cerchi ad essa un aiuto perdi la tua libertà.
Come sono cambiate negli anni le formazioni mafiose? Cosa nostra dei tempi di Falcone è totalmente diversa rispetto a oggi. La ‘ndrangheta?
Oggi la ‘ndrangheta usa meno le armi, preferisce la via della corruzione anche dei poteri forti dello Stato e della politica, ama manipolare il suffragio popolare, incrementare il potere finanziario attraverso commerci illeciti: lo spaccio della droga, l’usura, i giochi d’azzardo.
Il suo vero obiettivo è incrementare gli affari, il suo potere economico. Il denaro è il suo vero dio. In questo ultimo decennio il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura ha rotto certi equilibri. Molti capomafia sono al 41 bis o rinchiusi nelle carceri. Aumentata la pressione repressiva e l’azione giudiziaria. Con la confisca dei beni dei mafiosi, l’accresciuta sensibilità della società civile tante cose sono cambiate e gli equilibri mafiosi si sono rotti.
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