Di Sarah Numico
La forte appartenenza ecclesiale contraddistingue le agenzie stampa cattoliche che in Europa ogni giorno riportano notizie. Un legame che ne determina anche la credibilità e definisce i punti di osservazione, di interesse e il modo di accostare le notizie. I direttori di nove di queste testate, che lavorano in altrettanti Paesi europei, si sono incontrati oggi a Roma. “È un sogno che c’era da tempo”, ha detto mons. Duarte da Cunha, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), che ha reso possibile l’incontro. Aprendo i lavori nella sede della Conferenza episcopale italiana, mons. Da Cunha ha parlato di un “momento opportuno, necessario e utile” per incontrarsi e “poter fare del bene alla Chiesa europea”.
Perché “abbiamo tanto da dire con il nostro stile di racconto”, ma “tutti noi, abituati a confrontarci con l’evoluzione comunicativa e informativa” ora “ci chiediamo come proseguire nel nostro lavoro di agenzia in un momento in cui i social network la fanno da padrone e le fonti di informazione diffuse sfidano la nostra credibilità. Nessuna demonizzatone dei social, ma un’attenzione al nuovo contesto comunicativo che si va delineando di giorno in giorno”, ha specificato Vincenzo Corrado, direttore dell’Agenzia italiana Sir (www.agensir.it), moderatore dell’incontro.
Il panorama europeo delle agenzie stampa cattoliche è molto vario per strutture e attenzioni: in Bosnia Erzegovina, l’agenzia Kta Bk BiH (Katolička tiskovna agncija Biskupske konferencije Bosne i Hercegovine – www.ktabkbih.net) della Conferenza episcopale è diretta da mons. Ivo Tomascevic, e funziona grazie al lavoro di due giornalisti. Poiché ha pochi mezzi, una priorità è “collaborare con le diverse istituzioni cattoliche e con le parrocchie” perché siano direttamente coinvolte nel raccontare di se stesse e arricchire così la vita della Chiesa tutta.
In Austria invece, la Kathpress (www.kathpress.at), nata nel 1946, è una struttura consolidata che, sulla frontiera tra Europa occidentale e orientale, si comprende al servizio di dialogo culturale, ecumenico e interreligioso nel continente. L’agenzia, diretta da un laico, Paul Wuthe, è anche “ufficio stampa” della Conferenza episcopale. In Svizzera l’informazione e la comunicazione cattolica viaggiano con tre portali linguistici, in tedesco, francese e italiano, autonomi fino ad ora rispetto ai vescovi elvetici, e diversi l’uno dall’altro quanto al tipo e al taglio delle notizie riportate, ha spiegato Encarnacion Berger-Lobato, responsabile della comunicazione per la Conferenza dei vescovi elvetici (kath.ch, cath.ch e catt.ch).
Insieme all’agenzia della Germania Kna (Katholische Nachrichten Agentur – www.kna.de), il mondo di lingua tedesca ha la peculiarità e le risorse economiche di avere a Roma il Centrum Informationis Catholicum, una redazione che cura l’informazione vaticana per i lettori di queste tre agenzie. C’è poi l’agenzia croata Ika (Informativnu katoličku agenciju), diretta dal sacerdote Anton Šuljić, nata 25 anni fa come “nuovo modo di presenza della Chiesa nello spazio pubblico”. In questa fase, ha detto padre Jerko Valkovic, si trova alla vigilia di una ristrutturazione, la fusione con la radio cattolica e la nascita di un portale, per rispondere alle nuove sfide.
Due testate ha anche il Belgio, strettamente legate alla Conferenza episcopale: la francofona Cathobel (www.cathobel.be), che come ha raccontato padre Tommy Scholtes, portavoce dei vescovi belgi, collabora anche oltrefrontiera con la televisione francese Kto; e la fiamminga Kerknet (www.kerknet.be), guidata da Geert de Kerpel e che si fonderà presto con il settimanale cattolico “Kerkleven”.Un’agenzia stampa cattolica esiste in Portogallo, Ecclesia (www.agencia.ecclesia.pt), una in Spagna, Sic (www.agenciasic.es).
Ha compiuto 25 anni anche la polacca Kai (Katolicka Agencja Informacyjna – kair.ekai.pl), nata con l’obiettivo di “raccontare la Chiesa ai media laici”. Diretta da un laico Marcin Przeciszewski, vive oggi come urgenza quella della maggiore cooperazione tra est e ovest dell’Europa. E un dato significativo, riferiva ai colleghi il vice-capo redattore Tomasz Krolak: il sito internet dell’agenzia oggi ha in media 3mila visitatori al giorno; i tweet invece raggiungono tra le 50 e le 100mila persone ogni giorno.
Ed è sull’obiettivo di una più stretta collaborazione e maggiore condivisione che si sono ritrovati d’accordo i direttori delle agenzie oggi. C’è da riflettere ora sulle concrete possibilità d’intensificare gli scambi con una possibile lingua franca – poiché la differenza degli idiomi rappresenta un problema non indifferente – e provare a pensare una “piattaforma” che favorisca la sinergia in occasione di eventi importanti, come il prossimo Sinodo dei vescovi ad ottobre o incontri europei, come le assemblee del Ccee o ancora su temi di interesse comune, come le migrazioni, l’ecologia, il prospettato ingresso dei Paesi dei Balcani nell’Ue.
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