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Un defibrillatore presso la Sacra Famiglia: corso pratico per gli operatori parrocchiali

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il parroco della Parrocchia Sacra Famiglia ha promosso un corso formativo per esecutori qualificati BLS-D (Basic Life Support Defibrillation per non sanitari). Grazie all’equipe di formazione emergenza dell’IRC (Italian Resuscitation Council, che si occupa di rianimazione cardiopolmonare intra ed extra ospedaliera), sezione di Ascoli Piceno, coordinata dal responsabile Nicolino Romani, insieme con Iano Verdecchia (Croce Verde) e Virginia Pallottini (Croce Rossa), il corso si è concluso con successo, anche da alcuni operatori parrocchiali. Tra gli obiettivi, quello di diffondere la cultura del primo soccorso e formare persone abilitate all’utilizzo del defibrillatore, strumento che dal 2016 è diventato obbligatorio per tutti gli Impianti in cui si svolgono eventi sportivi e non.

Il Corso Operatore Bls-d, della durata di 5 ore, ha previsto infatti esercitazioni teorico/pratiche su manichini con un defibrillatore trainer. I partecipanti hanno inoltre appreso la sequenza di rianimazione di base nell’adulto in arresto respiratorio e/o cardiaco e le manovre da eseguirsi in caso di ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo.

Don Francesco ha sottolineato che si tratta di uno strumento a disposizione dell’intera comunità. “Il defibrillatore è uno strumento di primo soccorso di grande valenza, che può salvare una vita. La disponibilità di un defibrillatore presso la parrocchia, che è un luogo dove si pratica attività ricreativa ludica, rappresenta un ulteriore passo avanti verso l’attenzione alle fragilità, la sicurezza e la prevenzione sanitaria. Mi auguro che mai nessuno ne abbia mai bisogno. Ma in caso contrario e lì, pronto per essere utilizzato”. Per questo, il parroco vorrebbe installare il defibrillatore in un luogo accessibile in caso di emergenza. Allo stesso tempo, però, sarà necessario tutelare l’importante strumento sanitario da possibili atti vandalici. Un gesto di generosità nei confronti della comunità parrocchiale, ma anche di quella sociale.

Michela Galieni: