“Non è facile riformare la curia perché c’è in atto un peso di secoli e la complessità della struttura stessa. Non è regolata da un semplice regolamento né solo dal punto di vista della legislazione canonica. C’è anche la complessità della tradizione”. Lo ha detto il neo cardinale Giovanni Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato vaticana e prossimo prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, intervenendo ieri sera a Melfi all’ultima serata della Festa di Avvenire. “Mentre si fa una riforma si possono dire le proprie idee e ciò non è andare contro la riforma ma dare il proprio contributo – ha aggiunto il porporato –. Molte volte alcuni, non il Papa, volevano fare in fretta presupponendo una sorta di vacatio legis, ma non si riforma in questa maniera. Non si può far finta che non ci sia la legge”. Il riflesso all’esterno è stato che “la curia si oppone, ma era solo difformità di idea sul mondo di fare la riforma. Una volta fatta la legge, i primi a obbedire sono state le persone di curia”. A proposito della riduzione del numero delle diocesi auspicato da Papa Francesco, il cardinale ha detto che “è sensibilissimo” su questo tema. “Se la riforma non serve per far crescere ma per dare tristezza, anche stavolta il Papa la rinvierà”. Infine, rispondendo a una domanda sui politici santi, il card. Becciu ha ribadito che “farsi politico significa essere al servizio della gente”. “I cattolici devono ritornare alla politica e impiegare quel patrimonio di valori che la Chiesa ha proposto in vari modi e farlo fruttare”.

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