Dei 3,4 milioni di bambini nati in Sud Sudan, dall’indipendenza ottenuta nel 2011, 2,6 milioni sono nati in guerra. Lo segnala l’Unicef che elenca una serie di dati sulla condizione dei più piccoli nel Paese africano. Sebbene dall’inizio dell’anno siano stati rilasciati 800 bambini da gruppi armati, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia stima che siano 19.000 quelli che continuano a essere utilizzati come combattenti, cuochi e messaggeri e a subire abusi sessuali, rispetto ai 500 bambini utilizzati quando è scoppiato il conflitto nel 2013. L’Unicef denuncia tassi di malnutrizione a “livelli critici”. “Più di un milione di bambini sono malnutriti, 300mila dei quali sono gravemente malnutriti e a rischio di morte”. Il conflitto ha anche spinto centinaia di migliaia di bambini fuori dalla scuola, con una scuola su tre danneggiata, distrutta, occupata o chiusa dal 2013. “Il Sudan meridionale è attualmente il Paese con la più alta percentuale di bambini fuori dalla scuola al mondo. Più di 2 milioni di bambini – o più del 70% di coloro che dovrebbero frequentare le lezioni – non ricevono un’istruzione”. “Mentre il Sud Sudan compie sette anni, una guerra apparentemente senza fine continua a devastare la vita di milioni di bambini – dichiara Henrietta H. Fore, direttore generale dell’Unicef che ha visitato Juba, Ganiyel e Bentiu nel paese devastato dalla guerra all’inizio di quest’anno -. Le parti in conflitto possono e devono fare di più per riportare la pace. I bambini del Sudan meridionale meritano di meglio”.
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