Lo “stile del missionario ha “un centro” e “un volto”. Lo ha detto ieri Papa Francesco nell’Angelus in piazza San Pietro. “Il discepolo missionario ha prima di tutto un suo centro di riferimento, che è la persona di Gesù”, ha aggiunto: “Nessun cristiano annuncia il Vangelo ‘in proprio’, ma solo inviato dalla Chiesa che ha ricevuto il mandato da Cristo stesso. È proprio il Battesimo che ci rende missionari. Un battezzato che non sente il bisogno di annunciare il Vangelo, di annunciare Gesù, non è un buon cristiano”. “La seconda caratteristica dello stile del missionario – ha proseguito il Papa- è, per così dire, un volto, che consiste nella povertà dei mezzi. Il suo equipaggiamento risponde a un criterio di sobrietà”. “Il bastone e i sandali sono la dotazione dei pellegrini, perché tali sono i messaggeri del regno di Dio, non manager onnipotenti, non funzionari inamovibili, non divi in tournée”, ha sottolineato Francesco citando l’esempio di san Filippo Neri, san Benedetto Giuseppe Labre, sant’Alessio, santa Ludovica Albertini, santa Francesca Romana, san Gaspare Del Bufalo. “Non erano funzionari o imprenditori, ma umili lavoratori del Regno”, ha precisato il Papa: “Avevano questo volto. E a questo ‘volto’ appartiene anche il modo in cui viene accolto il messaggio: può infatti accadere di non essere accolti o ascoltati. Anche questo è povertà: l’esperienza del fallimento. La vicenda di Gesù, che fu rifiutato e crocifisso, prefigura il destino del suo messaggero”