Nel primo semestre dell’anno i benefici economici del Rei (Reddito d’inclusione), attivo proprio dall’inizio del 2018, hanno raggiunto 267mila nuclei familiari, pari a 841mila persone. Nel comunicare questo dato, l’Inps sottolinea che altri 44 mila nuclei familiari hanno ricevuto il trattamento previsto dal Sia (la misura precedente che ha fatto da battistrada), non ancora trasformato in Rei. Quindi in totale sono circa 311mila i nuclei che sono stati raggiunti dalle misure nazionali contro la povertà, con il coinvolgimento di oltre un milione di persone. C’è poi da tener conto che dal 1° giugno, come già previsto in partenza, i requisiti per chiedere il Rei si sono allargati e il numero dei potenziali beneficiari è quindi destinato a crescere (la stima è di altri 200 mila nuclei). Com’è noto, il principale problema del Rei (che rappresenta la prima misura universale di lotta alla povertà in Italia) è dato dalle risorse finanziarie limitate: l’importo medio mensile erogato è stato di 308 euro, con un minimo in Valle d’Aosta (242 euro) e un massimo in Campania (338 euro). Nelle regioni meridionali si concentra il 70% dei benefici erogati in base al Rei. L’importo medio varia a seconda della composizione del nucleo familiare – sottolinea la nota dell’Inps – passando da 178 euro per i nuclei con un solo componente a 435 euro per i nuclei con sei o più componenti. Il 63% dei nuclei beneficiari del Rei ha al suo interno dei minori, il 18% è costituito da nuclei con disabili.
0 commenti