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Argentina: il Senato respinge il progetto di legge sulla legalizzazione dell’aborto

Il Senato argentino ha respinto con 38 voti contrari e 31 favorevoli un progetto di Legge sulla interruzione volontaria della gravidanza. Decisiva la scelta dei senatori delle regioni settentrionali del Paese, mentre per il sì alla legalizzazione si sono schierati in gran parte i rappresentanti della regione di Buenos Aires – tra cui l’ex presidente Cristina Kirchner – e delle meno popolose regioni meridionali. Sulla scelta ha sicuramente pesato la posizione compatta a favore della vita e contro la proposta di legge da parte della Chiesa argentina, in tutte le sue componenti. Proprio ieri sono state celebrate alcune messe per la vita in numerose città, a partire dalla capitale Buenos Aires, dove la celebrazione è stata presieduta dall’arcivescovo cardinale Mario Aurelio Poli. Proprio il card. Poli due giorni fa, in occasione della festa di san Cayetano, aveva rivolto un ulteriore appello ai senatori: “Non interrompete la onorevole e lodabile tradizione di legiferare per il bene comune e a favore di una cultura della vita, proteggendo i più deboli e indifesi, che aspettano di partecipare alla nostra storia”. Al tempo stesso, il primate d’Argentina ha invitato le comunità cristiane a “moltiplicare gli sforzi perché le giovani mamme incinte e sole trovino uno spazio nel quale condividere i loro timori e avvertano l’abbraccio e la tenerezza di donne che hanno avuto la gioia di dare alla luce un figlio, nonostante tutto”.

Tra le iniziative della Chiesa nei confronti delle madri che affrontano gravidanze difficili, impreviste o indesiderate, quella dei curas villeros della regione di Buenos Aires. Nei quartieri più periferici e degradati della grande metropoli la Chiesa, su iniziativa della pastorale per le Villas de Emergencia, si è data l’obiettivo di creare una diffusa rete di “case dell’abbraccio materno”. Centri nei quali garantire alimentazione, attenzione e controllo medico e sanitario, sostegno psicologico, orientamento legale e sociale, con l’obiettivo che le mamme possano portare avanti la loro gravidanza e affrontare i primi anni di vita dei loro piccoli, fino a poter entrare nell’età scolare.

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