In un excursus appassionato sulla nascita e lo sviluppo del cristianesimo nel Paese del Dragone, padre Criveller si è soffermato sull’analisi della realtà attuale, indispensabile per comprendere il futuro dei fedeli di Gesù in quella realtà così lontana e diversa dalla nostra.
Oggi sono circa 70 milioni i cristiani cinesi (più del 5% della popolazione), di cui 12 milioni cattolici. Il loro numero è cresciuto soprattutto negli ultimi anni, quando si è sviluppato il fenomeno della “febbre cristiana”, definito così perché come oggi non si è mai diffuso il cristianesimo in Cina, né è mai stato così popolare e ben visto dalla popolazione.
“Perché questi numeri? Per dirvi che la Chiesa in Cina c’è e non sta nelle catacombe, né nella carceri: la Chiesa in Cina è una, anche se ci sono delle divisioni e, ultimamente, delle restrizioni che il governo applica, tipo quella che i minori di 18 anni non possono entrare nelle chiese”, ha precisato padre Criveller.
Ma la “febbre cristiana” in Cina non è l’unico fenomeno dell’attualità: c’è anche quello dei “cristiani culturali”, ovvero lo studio sempre più diffuso del cristianesimo da parte di studenti all’interno di università e centri culturali, che si avvicinano al messaggio di Gesù non con il catechismo, ma con l’interesse e lo studio. Per la prima volta il cristianesimo non è più visto come un qualcosa di straniero, ma come una cultura da approfondire.
Le città cinesi in cui il cristianesimo si sta diffondendo maggiormente sono due: Wenzhau, dove il 30% della popolazione è cristiana, tanto da essere chiamata la “Gerusalemme della Cina”, e Hong Kong, dove un dato può parlare per tutti: “Qui – ha detto il missionario del Pime – ogni anno 4mila adulti entrano nella nostra chiesa cattolica e ricevono il battesimo: lo fanno grazie al passaparola di amici, cioè per amicizia. Segno che il cristianesimo non teme la città, né la post-modernità, né il futuro”.
Sulla centralità dell’amicizia, padre Criveller ha sottolineato come la missione nasca proprio dalla grande amicizia tra Gesù e Maria Maddalena: una donna che si è messa alla sequela di Gesù sin dall’inizio, l’unica nominata da tutti e quattro i Vangeli, la prima a cui il Maestro ha dato una missione da compiere, quella di annunciare la risurrezione. “Nella Chiesa orientale – ha precisato il missionario del Pime – Maria Maddalena è sempre stata chiamata ‘l’apostola degli apostoli’, cioè la più importante tra tutti gli apostoli. La missione che oggi in Cina ha più successo è quella fondata sull’amicizia: la ‘febbre cristiana’ nasce da un passaparola tra amici e colleghi. Insomma, l’amicizia è una via della missione”. Oggi e sicuramente domani in Cina, come allora in Palestina.