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Grottammare, un successo la “I festa del giornale diocesano L’Ancora”

GROTTAMMARE – Sabato 25 agosto si è svolta a Grottammare la prima tappa della festa de “L’Ancora”, ideata dal nostro direttore Simone Incicco insieme alla redazione e dedicata alle famiglia e al “Sovvenire”, con incursioni di cabaret e divertimento per grandi e piccoli.
Il filo conduttore della giornata è stato: “Festa delle famiglie – Firmare per l’8xmille alla Chiesa Cattolica: Un piccolo gesto, una grande missione”.

Presenti per tutta la giornata gli stand informativi del Sovvenire, dove l’incaricato diocesano, Giuliano Vagnoni, insieme ai volontari dell’ufficio, hanno illustrato i valori del “Sovvenire“.

Tantissime le famiglie per i gonfiabili gratuiti in Piazza Kursaal nel pomeriggio e in prima serata, grande partecipazione per lo spettacolo di cabaret svoltosi in Piazza Fazzini, alla presenza del comico di Lanciano Maurizio Di Marco, protagonista nell’ultimo decennio di “Cabaret, amoremio!”, trampolino di lancio per l’artista.

Di Marco, affiancato dal collega Massimiliano Elia, ha focalizzato la sua esibizione all’insegna della tradizione e dell’improvvisazione, tra improbabili quiz a premi e dialoghi costituiti in tempo reale.

Durante la serata, inoltre, sono state premiate due famiglie di vacanzieri romani, grandi appassionati di cabaret e sempre presenti nella programmazione estiva associativa. A ritirare sul palco una pergamena dell’ indimenticato artista Franco Pirzio le famiglie De Lullo e Maranzoni.  Giuseppe De Lullo frequenta Grottammare dal 1966, mentre Mario Maranzoni dal 1961 trascorre l’estate nella “Perla dell’Adriatico”. Bello il ricordo del Maranzoni all’indimenticato regista RAI Romolo Siena, grottammarese d’adozione.

La serata è stata condotta da Giuseppe Cameli dell’Associazione Lido Degli Aranci e da Nicolas Abbrescia, il quale in occasione della festa della famiglia, ha letto una toccante lettera di un padre al figlio di W. Livingstone Larned, che riportiamo:

Ascolta, figlio: ti dico questo mentre stai dormendo con la manina sotto la guancia e i capelli biondi appiccicati alla fronte. Mi sono introdotto nella tua camera da solo: pochi minuti fa, quando mi sono seduto a leggere la biblioteca, un’ondata di rimorso mi si è abbattuta addosso, e pieno di senso di colpa mi avvicino al tuo letto.
E stavo pensando a queste cose: ti ho messo in croce, ti ho rimproverato mentre ti vestivi per andare a scuola perché invece di lavarti ti eri solo passato un asciugamani sulla faccia, perché non ti sei pulito le scarpe. Ti ho rimproverato aspramente quando hai buttato la roba sul pavimento.
A colazione, anche lì ti ho trovato in difetto hai fatto cadere cose sulla tovaglia, hai ingurgitato cibo come un affamato, hai messo i gomiti sul tavolo. Hai spalmato troppo burro sul pane e, quando hai cominciato a giocare e io sono uscito per andare a prendere il treno, ti sei girato, hai fatto ciao ciao con la manina e hai gridato: “Ciao papino!” e io ho aggrottato le sopracciglia e ho risposto: “Su diritto con la schiena!”
E tutto è ricominciato da capo nel tardo pomeriggio, perché quando sono arrivato eri in ginocchio sul pavimento a giocare alle biglie e si vedevano le calze bucate. Ti ho umiliato davanti agli amici, spedendoti a casa davanti a me. Le calze costano, e se le dovessi comperare tu, le tratteresti con più cura.
Ti ricordi più tardi come sei entrato timidamente nel salotto dove leggevo, con uno sguardo che parlava dell’offesa subita? Quando ho alzato gli occhi dal giornale, impaziente per l’interruzione, sei rimasto esitante sulla porta. “Che vuoi?” ti ho aggredito brusco. Tu non hai detto niente, sei corse verso di me e mi hai buttato le braccia al collo e mi hai baciato e le tue braccine mi hanno stretto con l’affetto che Dio ti ha messo nel cuore e che, anche se non raccolto, non appassisce mai. Poi te ne sei andato sgambettando giù dalle scale.
Be’, figlio, è stato subito dopo che mi è scivolato di mano il giornale e mi ha preso un’angoscia terribile. Cosa mi sta succedendo? Mi sto abituando trovare colpe, a sgridare; è questa la ricompensa per il fatto che sei un bambino, non un adulto? Non che non rivolessi bene, beninteso: solo che mi aspettavo troppo dai tuoi pochi anni e insistevo stupidamente a misurarti col metro della mie età.
E c’era tanto di buono, di nobile, di vero, nel tuo carattere! Il tuo piccolo cuore così grande come l’alba sulle colline. Lo dimostrava il generoso impulso di correre a darmi il bacio della buonanotte. Nient’altro per stanotte, figliolo. Solo che son venuto qui vicino al tuo letto e mi sono inginocchiato, pieno di vergogna.
È una misera riparazione, lo so che non capiresti questo cose se te le dicessi quando sei sveglio. Ma domani sarò per te un vero papà. Ti sarò compagno, starò male quando tu starai male e riderò quando tu riderai, mi morderò la lingua quando mi saliranno alle labbra parole impazienti. Continuerò a ripetermi, come una formula di rito: “è ancora un bambino, un ragazzino!”
Ho proprio paura di averti sempre trattato come un uomo. E invece come ti vedo adesso, figlio, tutto appallottolato nel tuo lettino, mi fa capire se sei ancora un bambino. Nel tuo lettino, mi fa capire che sei ancora un bambino. Ieri eri dalla tua mamma, con la testa sulla sua spalla. Ti ho sempre chiesto troppo, troppo.

Prossimo appuntamento sarà sabato 8 settembre, dalle ore 21.00 alle ore 23.00 presso il teatro San Filippo Neri di San Benedetto del Tronto, Incontro: “Raccontare la carità. Il valore del Sovvenire per la Chiesa Diocesana”
Relatori:
– Il Vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani
– Il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica, dott. Matteo Calabresi
– Incaricato Diocesano del Sovvenire, Giuliano Vagnoni
– Il Direttore del giornale diocesano “L’Ancora”, Simone Incicco
Modera Luigi Mattioli, Coordinatore del Rinnovamento nello Spirito Santo Diocesano.

 

 

Nicolas Abbrescia: