“Discernere è l’operazione più urgente nella vita della Chiesa, che dovrebbe essere conosciuta ed esperita sia dal singolo fedele battezzato sia dalla comunità cristiana nel suo insieme, dal popolo di Dio”. Lo ha detto stamani il fondatore della Comunità monastica di Bose, Enzo Bianchi, aprendo il Convegno ecumenico internazionale dal titolo “Discernimento e vita cristiana”, al via da oggi nel monastero di Bose. Presentando il discernimento come “esperienza antropologica universale”, Enzo Bianchi ha ribadito che “il terrestre (adam) è chiamato alla scelta tra il bene e il male, tra la vita e la morte, tra l’obbedienza al suo Signore e il rigetto della sua volontà. All’adam spetta la responsabilità del discernimento. E tra i diversi ambiti in cui si esercita il discernimento si impone anche la lettura della storia, del cammino dell’umanità nel tempo”. Il fondatore della Comunità di Bose ha poi sottolineato che “solo se c’è questa adesione salda, umile e obbediente al Vangelo che è Gesù Cristo, noi possiamo esercitare il dono del discernimento nel quotidiano, come operazione di scelta di atteggiamenti e di stili. Se invece non siamo abilitati al discernimento di Cristo, per l’azione dello Spirito Santo, allora non saremo capaci di discernere e giudicare da noi stessi ciò che è giusto”. Guardando all’“unica storia dell’umanità”, Enzo Bianchi ha affermato che “il credente è reso capace, grazie alla fede, di una sua lettura più profonda, che scorga l’azione di salvezza di Dio dove gli altri non la vedono”. Quindi, “il discernimento cristiano della storia non è tanto quello affidato ai racconti, alla Scrittura, e quindi depositato nei libri, ma è quello vissuto da chi ha sperimentato nella sua carne la sequela di Cristo”. È così che “i santi hanno saputo fare una lettura cristiana della storia discernendo i segni del regno di Dio nei poveri, nei perseguitati, nei sofferenti”. Dal fondatore della Comunità di Bose, dunque, l’invito alla Chiesa a esercitarsi “in questo discernimento, mettendosi soprattutto in ascolto della Parola”, ma anche “in ascolto dell’umanità tutta, senza paure, senza remore e senza evasioni dalla storia”.
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