Si chiama “Ad occhi chiusi” il progetto che dalle province di Ascoli Piceno e Fermo sta diffondendo in altre realtà del centro Italia l’esperienza del tango argentino tra le persone non vedenti: un momento di intensa comunicazione corporea che va oltre una semplice lezione di ballo, capace di favorire l’integrazione, la socializzazione e la fiducia in se stessi. Dedicato ad aspiranti ballerini affetti da gravi deficit visivi, le lezioni nascono per volontà della Maestra e Tangoterapista Patrizia Cosentino e sono promosse dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Ascoli Piceno e Fermo attraverso i corsi Irifor.
“Esattamente un anno fa – racconta Patrizia Cosentino – è nata l’associazione culturale TANGOteca, una scuola di Tango Argentino dedicata in particolar modo a ballerini super abili. Nel corso dell’anno accademico il Progetto ha coinvolto un gruppo di persone affette da gravi deficit visivi, individuati in collaborazione con l’Uici di Ascoli e Fermo, e si sono formate le coppie, composte da un ballerino ipo vedente e uno non vedente o da un ballerino non vedente e uno normovedente. Ponendo il proprio corpo a stretto contatto con un corpo estraneo, attraverso un percorso olistico, abbiamo intrapreso un viaggio conoscitivo all’interno di noi stessi e in relazione con gli altri.
Partendo proprio dallo studio dell’abbraccio, il Tango Argentino scardina i non vedenti dal loro mondo tecnologico aiutandoli a rapportarsi con il resto del mondo attraverso il corpo, i suoi segnali, il suo linguaggio”.
La voce, al posto delle immagini: durante la lezione la Maestra accompagna i ballerini disegnando con le parole ogni movimento del corpo. I ballerini, toccando il corpo della Maestra, hanno la possibilità di percepire i movimenti che non possono vedere.
“E’ così – sottolinea Patrizia Cosentino – che attraverso la magia dell’abbraccio il Tango ci aiuta ad accantonare paure e pregiudizi. E proprio quel corpo che spesso sentiamo estraneo ci unisce diventando mezzo di comunicazione. Nessuna danza raggiunge lo stesso livello di comunicazione. La musica, i passi di due corpi che si fondono fino a formarne uno, aiutano i ballerini a superare i loro deficit. In quelle ore si condividono emozioni, ci si diverte insieme e si riduce quel senso di isolamento che spesso scoraggia”.
Il corso si è concluso con l’ingresso in Milonga dei neo tangheri vedenti e non vedenti e con il laboratorio esperenziale “Ballando con i sensi”. Per la prima volta, in uno scambio di posizioni, i ballerini vedenti, bendati dagli amici non vedenti, si sono affidati a loro e attraverso esercizi e balli hanno condiviso le stesse difficoltà, vivendo con loro emozioni e insicurezze.
“Per i ballerini non vedenti è stato un importante momento di inclusione sociale – sottolinea l’insegnante – e per i ballerini normo vedenti un passo importante per abbattere ogni barriera. In seguito al successo riscontrato e alle richieste dei neo tangheri l’associazione TANGOteca, unica realtà sul territorio di Marche e Abruzzo, ha deciso di promuovere un nuovo corso estendendo l’invito alle province di Ancona, Teramo e Pescara”.
“Riproponiamo con piacere il corso di Tango anche per la stagione che si sta aprendo – commenta il presidente dell’Uici di Ascoli e Fermo, Cristiano Vittori – sia per il successo in termini di partecipazione che per i risultati ottenuti dalle lezioni”.
“Dopo aver perduto la vista, sono sempre vissuta dovendo gestire una certa rigidità corporea che spesso mi sono imposta di superare – racconta Gigliola Chiappini, tra le allieve e vice presidente della sezione Uici -, perciò ho pensato che questa esperienza con mio marito mi avrebbe potuto aiutare. E in effetti la filosofia del Tango argentino mi ha davvero indotta a provare il senso dell’affidamento completo a chi conduce il ballo. Le ore trascorse in pista sono state una sfida per noi, ma anche per l’insegnante. In qualità di Vicepresidente ringrazio la nostra Irifor che ha reso possibile il corso, tutti gli allievi che hanno seguito questa esperienza e la preziosa e generosa collaborazione di una coppia di ballerini vedenti, Livia e Gino, che hanno voluto prestare il proprio aiuto agli allievi non vedenti”.
“Abbiamo affrontato questa nuova sfida con curiosità e anche un po’ di apprensione – spiega Giuliana, una delle allieve – ma nessuno di noi immaginava di poter provare emozioni così forti. E’ un’esperienza da ripetere, senz’altro”.