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L’ospedale è una tipica invenzione del medioevo cristiano. È incredibile come questa istituzione non abbia corrispondenti presso altre civiltà e culture. Infatti, esso non poteva nascere dove la malattia era considerata una punizione divina come per esempio nell’antica società ebraica, oppure dove si aveva una concezione volontaristica di Dio come nel mondo islamico oppure ancora dove si riteneva l’uomo in balia delle forze oscure della natura come nelle culture animiste africane. Infine i greci svilupparono l’arte medica a livello speculativo, ma non costruirono mai una struttura che offrisse concretamente aiuto ai bisognosi. Il cristianesimo invece fornì le strutture concettuali affinché potesse nascere un’istituzione come l’ospedale.
Col cristianesimo si afferma una nuova visione a proposito della malattia. Essa non viene più considerata una punizione divina, ma anzi come un modo perché si possa manifestare la elogia di Dio, come possiamo leggere nel vangelo di Giovanni, nell’episodio del cieco nato: “Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?”. Rispose Gesù: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio” (Gv 9,1-4). Alla risposta di Gesù segue un miracolo, ma è indubbio che molti cristiani malati nel corso dei secoli hanno associato le loro sofferenze alla morte di Cristo, leggendo il loro dolore alla luce del mistero della morte e resurrezione.
Il malato non è più ritenuto uno scarto della società, un peso inutile da eliminare, ma addirittura è visto come particolarmente amado da Gesù e degno delle sue attenzioni come possiamo leggere fra le righe di questo brano evangelico di Luca: “Gesù rispose: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi”. (Lc 5,31-32)”.
Addirittura è Cristo stesso a proporsi come medico dell’anima e del corpo, come possiamo vedere in numerosi episodi di guarigione e in maniera particolare nel brano che ha come protagonista un paralitico (cfr. Mc 1,1-12).
Ma Cristo non si propone solo come medico, ma addirittura come malato e afferma che ogni volta che si cura una persona che sta male è come se lo si facesse in favore suo. Anzi, la carità che mostriamo verso i sofferenti diverrà metro di giudizio nell’ultimo giorno come possiamo leggere nel celebre brano del vangelo di Matteo: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato. (Mt 25,34-36)”. Questa pericope evangelica è senza dubbio quella che maggiormente spinge a interessarsi di chi è bisognoso e, di conseguenza, a passare all’azione al fine di alleviare le sofferenze umane.
Anche il malato si può identificare con Cristo e con le sue sofferenze e come nel dolore partecipa a quello di Gesù, così spera di partecipare alla sua resurrezione. In tal senso si esprime l’apostolo Paolo quando scrive: “Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa. (Col 1,24)”.
È a partire da queste basi che all’interno del cristianesimo si è sviluppata l’arte medica. In un primo momento la medicina viene studiata e praticata nei monasteri: negli scriptorium vengono copiati gli antichi testi di medicina come quelli Ippocrate e Geleno che poi vengono conservati nelle biblioteche, mentre nell’infermeria un apposito monaco cura i bisognosi con le erbe mediche coltivate nell’orto. Nella Regola di San Benedetto al capitolo 53 leggiamo: “Tutti gli ospiti che giungono al monastero siano accolti come Cristo in persona” e in particolare, a proposito dei malati, al capito 36 leggiamo: “La cura degli infermi venga prima di ogni cosa”. Le prime forme di ospedali sorgono grazie agli Ordini Ospedalieri che offrono assistenza ai pellegrini diretti in Terra Santa nelle loro case che sorgono sulle vie per raggiungere Gerusalemme. L’Ordine Ospedaliero di Santo Spirito, nato a Montpellier nel 1175 ad opera del Beato Guido e riconosciuto da Papa Innocenzo III nel 1198, è il primo ordine a professare il quarto voto di assistenza ai malati, oltre a quelli di povertà, castità e obbedienza. A questo ordine viene affidata la gestione dell’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, uno dei più antichi d’Europa e considerato precursore dei moderni ospedali poiché era organizzato in reparti e corsie, proprio come gli ospedali di oggi. Questo ospedale è il primo a dotarsi di una ruota degli esposti, cioè di un meccanismo attraverso il quale si possa salvare la vita dei bambini indesiderati. Un giorno alla settimana i frati escono dall’ospedale con una specie di carro per cercare gli ammalati, dando vita a quelle che possono essere considerate le prime autoambulanze.
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