Minacce all’Iran per il governo dittatoriale e corrotto che ha utilizzato enormi risorse economiche “per compiere omicidi e massacri in Siria e Yemen, sponsorizzando il terrorismo e minacciando gli Stati Uniti e Israele”. Attacchi ai Paesi Opec per i prezzi sul petrolio imposti al resto del mondo in cambio di una protezione militare che non frutta niente ai protettori. Accuse ad Assad, il presidente della Siria che più volte ha ascoltato la parola regime connessa al suo governo. Parole di fuoco sono riservate a Maduro e al suo governo socialista e corrotto che ha portato alla miseria un Paese ricchissimo di petrolio, provocando la fuga di oltre due milioni di persone. Critiche anche alla Cina per le distorsioni operate sul mercato che meriteranno altre sanzioni ma al contempo viene definita “buona amica” nelle trattative per la denuclearizzione della Corea del Nord. Il discorso del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, alla 73ma Assemblea generale delle Nazioni Unite è costellato di parole minacciose ma anche di espressioni di autocompiacimento soprattutto per la sua politica interna che ha ottenuto “straordinari progressi e il maggior numero di risultati nella storia” del Paese. Quest’affermazione di esordio nell’assise mondiale ha provocato la risata dei presenti e la reazione sorpresa di Trump che ha risposto: “Non mi aspettavo questa reazione ma va bene lo stesso”. I successi in economia sono la pedana di lancio della sua linea amministrativa improntata sul patriottismo e non sulla globalizazzione e il multilateralismo auspicati dal segretario generale nel suo discorso d’apertura all’assemblea. Trump spiega che non tornerà nella commissione per i diritti umani finché non verrà riformata e non aderirà al Global compact for migration, il documento delle Nazioni Unite che propone una regolazione comune del processo migratorio. Il presidente americano disegna invece un suo progetto sull’Onu basato sul successo dei progetti proposti e graditi alla sua amministrazione: saranno questi a ricevere contributi economici adeguati perché gli Usa non intendono continuare a finanziare programmi che non apportino diretti benefici a se stessi e agli alleati. E sferza vari Paesi, Germania inclusa, a contribuire con maggiori apporti finanziari al funzionamento delle Nazioni Unite e delle operazioni di pace condotte in varie parti del mondo.

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