“Siamo chiamati insieme ad andare controcorrente, lottando anzitutto perché sia sempre tutelato il diritto di ogni uomo e ogni donna a una vita dignitosa” e “la sfida è che l’inclusione diventi mentalità e cultura, e che i legislatori e i governanti non facciano mancare a questa causa il loro coerente e concreto sostegno”. Lo scrive il Papa nel messaggio all’Ente nazionale sordi (Ens) in occasione della 60ª Giornata mondiale del sordo che ricorre oggi. Non basta lottare contro le barriere architettoniche: per Francesco “bisogna impegnarsi per abbattere tutte le barriere che impediscono la possibilità di relazione e di incontro in autonomia e per giungere a un’autentica cultura e pratica dell’inclusione. Questo vale sia per la società civile, sia per la comunità ecclesiale”. Nel richiamare i traguardi sociali e professionali raggiunti da molti aderenti all’Ente, il Papa afferma: “Come sono contento quando vedo che voi, come pure altre persone con disabilità, in forza del vostro Battesimo raggiungete tali traguardi anche nell’ambito della Chiesa, soprattutto nel campo dell’evangelizzazione! Questo diventa esempio e stimolo per le comunità cristiane nella loro vita quotidiana”. Di qui l’auspicio che in ogni diocesi i sordi collaborino insieme con “operatori pastorali preparati in lingua dei segni, labiolettura e sottotitolazione”, affinché le persone sorde “siano pienamente inserite nella comunità cristiana e cresca in esse il senso di appartenenza. Per questo è necessaria una pastorale inclusiva nelle parrocchie, nelle associazioni e nelle scuole”. Primo luogo di inclusione “è, però, come sempre, la famiglia”. Per questo “le famiglie con persone sorde sono protagoniste del rinnovamento della mentalità e dello stile di vita” sia come “destinatarie di servizi” sia come “soggetti di azione promozionale in ambito civile, sociale ed ecclesiale”.
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