Da venerdì scorso tutte le manifestazioni contro il Governo Ortega sono illegali. Lo ha reso noto con un comunicato ufficiale la Polizia nazionale. Nel comunicato si afferma che “saranno responsabili e risponderanno davanti alla giustizia le persone e gli organismi che convocano queste manifestazioni illegali”. Si tratta di un’ulteriore svolta in senso autoritario da parte di Ortega. In una nota la Cidh (Commissione interamericana per i diritti umani) ha espresso “preoccupazione” per la decisione, “che va contro gli standard interamericani e inibisce l’esercizio dei diritti inerenti a una società democratica”.
È possibile per oggi un incontro della Conferenza episcopale nicaraguense (Cen). Da circa due mesi la Cen non rende noti pronunciamenti ufficiali. Finora è stata attesa la risposta del presidente alla richiesta rivolta dai vescovi di proseguire con l’esperienza del Dialogo nazionale. Ma la risposta di Ortega, in queste settimane, non è mai arrivata.
Il cardinale Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua, ha espresso la propria preoccupazione alle autorità della Polizia nazionale e ha rivolto ancora un appello perché si svolgano manifestazioni pacifiche. Ieri, durante l’omelia pronunciata in cattedrale, il vescovo ausiliare di Managua, mons. Silvio Báez, ha detto che “chi proibisce ed esclude per capriccio la libertà degli altri e chi la minaccia e la reprime non ha gli stessi sentimenti di Gesù”.
Non sono mancate anche ieri repressioni di manifestazioni che pure, nella capitale e in altre città, ci sono state. L’opposizione ha infatti annunciato che le proteste continueranno. E sono continuati episodi di attacchi alla Chiesa. In particolare gruppi fedeli al regime hanno preso di mira la chiesa di San Girolamo, a Masaya, disturbando dal sagrato i fedeli con prese in giro e insulti al parroco, padre José Antonio Espinoza, e mettendo musica ad alto volume.
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