“L’Italia sta perdendo la sfida dello sviluppo sostenibile. E anche negli ambiti in cui si registrano miglioramenti, a meno di immediate azioni concrete e coordinate, sarà impossibile rispettare gli impegni presi dal nostro Paese il 25 settembre del 2015, all’Assemblea generale dell’Onu, con la firma dell’Agenda 2030”. Lo afferma il Rapporto 2018 dell’Asvis, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, presentato questa mattina a Roma presso la Camera dei deputati. Secondo l’Asvis, che raduna oltre 200 enti e organizzazioni, “serve dunque un urgente cambio di passo”. Il quadro relativo al periodo 2010-2016 è in chiaroscuro. L’Italia, infatti, è peggiorata in cinque aree: povertà; condizione economica e occupazionale; disuguaglianze; condizioni delle città; ecosistema terrestre. Per quattro aree la situazione è rimasta invariata: acqua e strutture igienico-sanitarie; sistema energetico; condizione dei mari; qualità della governance, pace, giustizia e istituzioni solide. Segni di miglioramento si registrano, invece, per alimentazione e agricoltura sostenibile; salute; educazione; uguaglianza di genere; innovazione; modelli sostenibili di produzione e di consumo; lotta al cambiamento climatico; cooperazione internazionale.
Il Rapporto, peraltro, segnala positivamente l’avvio di programmi educativi sullo sviluppo sostenibile nelle scuole e nelle università, di iniziative finalizzate a coinvolgere imprese, comunità locali e persone singole sulle diverse questioni dell’Agenda 2030. Vengono inoltre messe in evidenza le “importanti politiche adottate negli ultimi dodici mesi” (come l’introduzione del Reddito d’inclusione per ridurre la povertà) ma anche le “occasioni mancate”, come l’interruzione degli iter legislativi in tema di riduzione del consumo del suolo, del diritto all’acqua, del commercio equo, o la mancanza dei provvedimenti attuativi della riforma del Terzo Settore.
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