Il premier ha ricordato poi “le bellezze, i paesaggi, le mille ricchezze artistiche” di cui è ricca l’Italia e che “sono custodite sul territorio”. E, ricordando la frase evangelica “Gli ultimi diventano i primi”, Conte ha sottolineato che si tratta di un “messaggio dal valore universale , dotato di un’incredibile forza evocativa che dovrebbe orientare chi governa verso il bene comune”. “Del cambiamento non bisogna avere paura”, ha sottolineato il presidente del Consiglio, prima di ripercorrere i principali provvedimenti varati dal suo Esecutivo, facendo soprattutto riferimento al “Decreto dignità” – “dignità è una parola troppo spesso trascurata” a cui si è ridato valore “associandola al tema del lavoro”, ha affermato – e al “Reddito di cittadinanza”. Un provvedimento “di cui sono particolarmente orgoglioso” attraverso il quale “non offriamo un sussidio assistenziale” ma che invece “contribuirà ad offrire un’opportunità di lavoro ai giovani, un sostegno ai genitori che non riescono a garantire ai propri figli gli studi e non hanno neppure i soldi per comprare le medicine con cui curarsi”. Inoltre “contribuirà a sollevare dalla soglia di povertà oltre 5 milioni di persone”. “Avvertiamo l’obbligo morale di dare risposte a persone che per troppo tempo sono state inascoltate”, ha assicurato Conte. “Non possediamo il nostro Paese, lo custodiamo per consegnarlo migliore ai nostri figli, perché anche le future generazioni possano godere di questa straordinaria e inestimabile bellezza”, ha concluso.