Non è ancora stata fissata la data delle esequie di padre Ícmar Arturo Orta, sacerdote dell’arcidiocesi di Tijuana trovato morto sabato scorso, dopo che non si avevano sue notizie da giovedì, quando aveva celebrato la messa nel quartiere Colonia Obrera. Secondo le prime informazioni della Polizia messicana, emerge che il corpo del sacerdote è stato ritrovato con mani e piedi legati e con segni di violenza su tutto il corpo. Si tratta del settimo sacerdote ucciso in Messico dall’inizio dell’anno.
L’arcivescovo di Tijuana, mons. Francisco Moreno Barrón, ha inviato domenica scorsa due brevi messaggi, rispettivamente al presibiterio della diocesi e alla parrocchia di San Luigi re di Francia, della quale padre Orta era parroco.
“Con profondo dolore, comunico ai sacerdoti e ai diaconi del presbiterio di Tijuana, la morte del caro padre Ícmar Arturo Orta, affinché lo affidiamo alla misericordia infinita di Dio”, scrive l’arcivescovo ai sacerdoti. Nel breve messaggio si comunica che “le indagini sono in corso, per scoprire le cause della sua morte” e che seguiranno ulteriori comunicazioni quando si avranno notizie certe e sulla data delle esequie.
Nella giornata di ieri è stato diffuso un comunicato dalla Conferenza episcopale messicana (Cem), nel quale si esprimono sentimenti di vicinanza e preghiera. Inoltre si confida che “le autorità competenti chiariscano quanto accaduto al nostro fratello sacerdote e agiscano di conseguenza”. La nota è firmata dal presidente della Cem, il card. José Francisco Robles Ortega, e dal segretario generale, mons. Alfonso Gerardo Miranda Guardiola.