Per Francesco, inoltre “è necessaria una particolare attenzione ai livelli di produzione agricola, all’accesso al mercato delle derrate alimentari, alla partecipazione nelle iniziative e nelle azioni e, soprattutto, occorre riconoscere che, nel momento di prendere decisioni, i Paesi hanno uguale dignità”. Nello stesso tempo, “è imprescindibile comprendere che, quando si tratta di affrontare efficacemente le cause della fame, non saranno le solenni dichiarazioni ad estirpare definitivamente questo flagello”. “La lotta contro la fame reclama imperiosamente un generoso finanziamento, l’abolizione delle barriere commerciali e, soprattutto, l’incremento della resilienza di fronte al cambiamento climatico, le crisi economiche e i conflitti bellici”, la proposta del Papa, che sulla scorta dell’Evangelii gaudium ammonisce: “Il futuro non abita sulle nuvole, ma si costruisce suscitando e accompagnando processi di maggiore umanizzazione. Possiamo sognare un futuro senza fame, ma ciò è legittimo solo se ci impegniamo in processi tangibili, in relazioni vitali, piani operativi e impegni reali”.
Francesco plaude, in particolare, all’iniziativa “Fame Zero 2030”, che “servirà a realizzare il secondo degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030”: “Sradicare la fame, ottenere la sicurezza alimentare e il miglioramento della nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile”. “I poveri non possono aspettare”, incalza il Papa: “La loro situazione calamitosa non lo permette. Perciò è necessario agire in modo urgente, coordinato e sistematico. Un vantaggio di queste proposte è che sono state capaci di stabilire mete specifiche, obiettivi quantificabili e indicatori precisi. Sappiamo che dobbiamo armonizzare una duplice via di attenzione, con azioni a lungo e a breve termine per far fronte alle condizioni concrete di chi, al giorno d’oggi, patisce gli strazianti e affilati artigli della fame e della malnutrizione”.