“Umani 100%” è il titolo della terza edizione del Festival della migrazione di Modena, in programma dal 9 all’11 novembre, con una serie di iniziative anche prima e dopo la manifestazione che coinvolgeranno altre sedi sul territorio. Tre giorni di incontri, seminari, spettacolo, mostre, film, libri, “per uscire dai luoghi comuni e rimettere al centro l’integrazione”. Tra le novità di quest’anno il “Pranzo dei popoli” e una specifica attenzione per il dialogo tra le religioni. Il card. Francesco Montenegro, mons. Erio Castellucci, mons. Matteo Zuppi, mons. Giancarlo Perego, Paolo Ruffini, Romano Prodi, Ilvo Diamanti, Antonio Decaro, Carlotta Sami, Marco Damilano, Claudia Lodesani, Elisabetta Soglio, Matteo Marani saranno alcuni dei protagonisti della manifestazione che è promossa da Fondazione Migrantes, Associazione Porta Aperta, IntegriaMo e Crid (Centro di ricerca interdipartimentale su discriminazioni e vulnerabilità dell’Università di Modena e Reggio Emilia).
“Il Festival cresce e vuole diventare grande con un’idea molto definita – spiega il presidente di Porta Aperta, Luca Barbari – quella di superare la fase emergenziale e puntare sull’inclusione delle persone che hanno trovato accoglienza e prospettive nel nostro Paese”. Quindi tema del “diritto al viaggio” (partire, arrivare, restare) che accompagna il Festival “si focalizza sul restare”, tenendo sempre presente – sottolinea Barbari – che “è anche indispensabile consentire l’arrivo in Italia in modo regolare”. La terza edizione del Festival è stata presentata a Roma nella Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama. A fare gli onori di casa il senatore Edo Patriarca. Alla conferenza stampa hanno partecipato don Giovanni De Robertis, Giorgio Bonini, Alberto Caldana, Maria Elisabetta Vandelli, Teresa Marzocchi. “Credo che la sfida delle migrazioni oggi – ha affermato don Giovanni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes – non riguardi tanto l’accoglienza ma la capacità di costruire un Paese dove le diversità, la presenza di persone di Paesi, culture e religioni diverse, sappiano comporsi in una realtà più ricca:
per far ripartire l’Italia abbiamo bisogno di tutti”.
A questo proposito il direttore di Migrantes ha citato la squadra nazionale di volley femminile – con la sua variegata composizione – come esempio “bellissimo” di “un’Italia capace ancora di vincere”. “Per troppo tempo – ha detto ancora don De Robertis – forse abbiamo pensato che era sufficiente salvare chi annegava (e purtroppo continua ad annegare anche oggi nell’indifferenza di tanti) e portarlo in qualche porto italiano. Invece questo è solo il primo passo. La vera sfida è, come ci ha ricordato papa Francesco, proteggere, promuovere, integrare. Senza queste azioni non c’è vera accoglienza, anzi, questa può essere addirittura controproducente”.
Il direttore di Migrantes ha messo in guardia da un approccio parziale alla realtà dell’immigrazione, tutto focalizzato sui richiedenti asilo che invece ne rappresentano una piccola percentuale, e ha sottolineato che
“il vero problema non è l’invasione, ma la fuga”,
in quanto le persone che escono dall’Italia, italiani e stranieri, sono più di quelle che arrivano. Alla conferenza stampa è intervenuto anche Vito D’Ettorre, giornalista di TV2000, per riferire del docufilm sui corridoi umanitari che sarà presentato a Modena. Nel corso dell’incontro è stata inoltre annunciata l’imminente uscita del volume “Il diritto al viaggio. Abbecedario delle migrazioni”, una sorta di lessico in 45 lemmi per contribuire a una “contronarrazione” del fenomeno migratorio.