“Un’ondata di multe ingiuste, eccessive e dall’effetto soffocante nei confronti dei media indipendenti, delle Ong e dei difensori dei diritti umani” è quanto denunciato ieri da Amnesty international, che definisce questi atteggiamenti “l’ultimo assalto ai diritti umani in Russia”. “Ancora una volta le autorità russe prendono di mira organizzazioni e individui indipendenti, in questo caso colpendole con multe soffocanti. Utilizzando tutta una serie di leggi repressive, le autorità di Mosca elevano multe esorbitanti una dopo l’altra in quello che appare un attacco coordinato per porre fine alle attività di coloro che le criticano”, ha dichiarato Natalia Zviagina, direttrice dell’ufficio moscovita di Amnesty.
L’ultimo destinatario di questi attacchi mirati è il settimanale “Tempi nuovi”, uno degli organi di stampa più critici della Russia: il 26 ottobre la rivista è stata multata di 22.250.000 rubli (circa 290.000 euro) per “non avere fornito informazioni sui fondi ricevuti”. Si tratta della multa più alta finora emessa nei confronti dei media. Nel 2017 “Tempi nuovi” era stato costretto a interrompere la diffusione dell’edizione cartacea per il crollo delle inserzioni pubblicitarie, dopo che era stata definita sleale nei confronti del governo. Ora il settimanale è vicino alla bancarotta. Il 26 ottobre anche la Fondazione Andrey Rylkov, organismo che chiede riforme nelle politiche di contrasto alla droga, è stato multato di 800.000 rubli (circa 10.400 euro) per aver “fatto propaganda a sostanze narcotiche” in una pubblicazione che si occupa di accesso ai servizi sanitari per le persone che usano droghe. “La stessa strategia viene usata nei confronti di coloro che esprimono opinioni dissidenti su una vasta gamma di temi politici”, ha aggiunto Zviagina. Pochi giorni fa un tribunale ha imposto una multa altissima (un milione di rubli, equivalenti a 13.000 euro) a Transparency International Russia, giudicata colpevole di aver diffamato una persona molto vicina al presidente Putin. A ottobre Sergei Zykov, difensore dei diritti umani di Yekaterinburg (nella regione degli Urali) e Aleksandr Kunilovsky, un attivista dell’opposizione di Tyumen (nella Siberia settentrionale) sono stati multati rispettivamente di 300.000 e 290.000 rubli (circa 3.900 euro e circa 3.800 euro) per aver violato le norme sulle manifestazioni pubbliche.