Questi “ragazzi” hanno voluto che alla loro festa partecipasse anche la maestra che li ha accolti per la prima volta in classe, la signora Silena Spinozzi, la quale è presente nei loro più bei ricordi. All’omelia il vescovo Gervasio ha detto: “Sessant’anni è un bel traguardo, ma ricordatevi che la vita continua e c’è molto da fare. Io, per esempio, a sessant’anni fui nominato dal Papa vescovo di questa diocesi, non lo avrei mai immaginato. Forse non tutti sanno usare bene questi nuovi strumenti della tecnologia, ma la vostra esperienza è molto più preziosa, quante cose durante questi anni la vita vi ha insegnato, siete una ricchezza. Avete acquisito una sapienza che non si impara a scuola, ma nella vita. Aiutate ora quelli più giovani ad affrontare la quotidianità senza scoraggiarsi”. Dopo un’apericena presso il bar Belvedere, questi neo sessantenni insieme alla loro maestra hanno raggiunto il ristorante “La locanda del conte” per proseguire la festa con un gioioso convivio.
Cena a base di pesce, per concludere torta con candeline comprese, immancabili per questo “compleanno collettivo”. Le loro impressioni sono state: “La nostra amicizia è durevole e sincera, lo è sempre stata. Eravamo e siamo ancora complici e presenti, ci piace ritrovarci per scherzare e passare un po’ di tempo insieme, nonostante alcuni di noi per motivi di lavoro si sono dovuti allontanare da Acquaviva. Non ci facciamo mancare occasioni per stare insieme, abbiamo creato persino un gruppo whatsapp. Siamo maturi e responsabili, ma il nostro cuore è ancora giovane e questo ci permette di scherzare come se fossimo ancora degli adolescenti. Abbiamo voluto che alla nostra festa, come in tutte le altre, partecipasse la nostra maestra, lei ci ha visto crescere, ci ha accolti con tenerezza quando eravamo piccolini e insieme ai nostri genitori è stata la prima che ci ha preso per mano e ci ha fatto entrare nella “vita”.
La signora Silena Spinozzi si è così espressa : “ Questa classe occupa un posto particolare nel mio cuore, parlo sempre di loro. Ho voluto così bene a questi ragazzi a tal punto che i miei figli ne erano gelosi. Mi sentivo una seconda mamma per loro, li ho conosciuti che erano bambini e adesso li vedo uomini e donne realizzati e responsabili. Sono molto fiera di loro. Per non abbandonarli nel mezzo del loro anno scolastico andai a scuola con il pancione fino a giugno, ero nel mio ottavo mese di gravidanza. È stata la prima classe del mio primo anno di insegnamento, il caso ha poi voluto che insegnassi anche ad alcuni dei loro figli. Quando mi hanno chiamato per informarmi che sarebbero stati felici all’idea che partecipassi alla loro festa, ho provato un’emozione fortissima, indescrivibile”.
Patrizia Neroni.
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Una festa riuscita per la bellissima semplicita' di tutti i partecipanti. È stato bello rivedersi dopo mezzo secolo! Che la vita ci regali tanti colori