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Diocesi, grande partecipazione per la serata dedicata a San Paolo VI

 

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il teatro San Filippo Neri a San Benedetto ha ospitato il 5 novembre, con grande partecipazione, una serata speciale, dedicata ad uno dei pontefici più amati di sempre, recentemente canonizzato. Stiamo parlando di San Paolo VI, Giovan Battista Montini, Pontefice per tre lustri dal 1963 al 1978.

Luca Vagnoni, Lucio Spina e Anna Marini, sotto la regia di Tonino Verdecchia, hanno voluto raccontare Papa Montini recitando quelli che sono i passi più importanti del suo pontificato e della sua vita: la prima meditazione a Castelgandolfo, i temi della Croce e del sacerdozio, la bellezza per non sprofondare nella disperazione, la gioia di vivere del “Gaudente in domino”, momenti originali e unici come l’incontro con le popolazioni zingare a Pomezia nel 1965, la dichiarazione all’ONU per la pace del Mondo e momenti difficili come l’incontro con Lefebvre e l’inutile quanto toccante supplica alle Brigate Rosse per liberare Aldo Moro.

Questo itinerario ha avuto degli intermezzi musicali arrangiati da Stefano Brutti, in particolare un “Ave Maria” che Fabrizio de Andrè compose nel 1968, espressione di libertà e di sensibilità del compianto cantautore genovese.

La serata è stata organizzata dal Movimento Rinnovamento nello Spirito, reduce dal 42esimo incontro nazionale a Pesaro.

Presenti il Vescovo Carlo Bresciani e la consigliera Rosaria Falco in rappresentanza del Sindaco Piunti.

“La prima cosa che si nota ascoltando Paolo VI, è il cuore della persona. Un vero Santo perché in tutta la sua vita ha avuto una sensibilità missionaria forte verso il Mondo”, così il Vescovo Bresciani, grande conoscitore della storia di Paolo VI, che ha ricordato anche la figura del padre di Montini.

“Paolo VI parlava con i gesti”, ha aggiunto il Vescovo, “gesti straordinari in cui sapeva affrontare l’ansietà dell’uomo contemporaneo”. 

Mons. Bresciani, intervistato dal Coordinatore diocesano di Rinnovamento nello Spirito Luigi Mattioli, ha approfondito il rapporto di San Paolo VI con lo Spirito Santo e le “prime volte” di Montini che non sono novità, ma un modo per cogliere le possibilità che il mondo moderno offre per comunicare il Vangelo.