“Quello che ci fa ricchi non sono i beni ma l’amore”. Ne è convinto il Papa, che ha concluso l’udienza di ieri, dedicata al settimo comandamento, ricordando che “mentre l’umanità si affanna per avere di più, Dio la redime facendosi povero: quell’Uomo Crocifisso ha pagato per tutti un riscatto inestimabile da parte di Dio Padre, ricco di misericordia”. “Tante volte abbiamo sentito quello che il popolo di Dio dice: il diavolo entra dalle tasche”, ha aggiunto a braccio tracciando una sorta di fenomenologia della ricchezza usata male: “Prima viene il denaro, l’amore al denaro, l’affanno di possedere. Poi la vanità: ‘Ah, io sono ricco’, e mi vanto di quello. E alla fine l’orgoglio e la superbia. Questo è il modo di agire del diavolo in noi, ma la porta d’entrata sono le tasche”.
“Non rubare”, ha sintetizzato Francesco, “vuol dire: ama con i tuoi beni, approfitta dei tuoi mezzi per amare come puoi. Allora la tua vita diventa buona e il possesso diventa veramente un dono. Perché la vita non è il tempo per possedere ma per amare”.