Sako poi ha puntato il dito sul fatto che “dopo la caduta del regime, gli ideali sbandierati della democrazia, della libertà e della prosperità sono rimasti puri e semplici slogan”. La popolazione si è quindi dovuta confrontare con nuove crisi come il “caos per la mancanza di sicurezza e giustizia”, “la ripartizione settaria e l’emarginazione della componente cristiana”, “l’esistenza di decine di milizie, gruppi armati e gruppi estremisti”. Il bilancio indica: 61 chiese bombardate, 1.224 cristiani uccisi, 23mila case e proprietà immobiliari dei cristiani sequestrate. Il patriarca ha illustrato l’atteggiamento dello Stato Islamico (Daesh) che ha dato “tre opzioni ai cristiani”: la conversione all’islam, il pagamento di una tassa per la cosiddetta “protezione” o l’abbandono forzato ed immediato della loro terra, “altrimenti sarebbero stati uccisi”. In questo modo, 120mila cristiani sono stati espulsi.