SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nell’ottica consolidata di condivisione delle iniziative, un nuovo appuntamento ha dato inizio ad un nuovo cammino di formazione condiviso per gli educatori delle parrocchie di Cristo Re – Annunziata – Sacra Famiglia, svoltosi giovedì 8 novembre presso la Chiesa di Cristo Re, animato da don Gian Luca Rosati.
“Non un incontro per impostare l’azione educativa o le tecniche di animazione di un gruppo, ma un desidero di condividere un brano del Vangelo.” Così il parroco di Porto d’Ascoli introduce il brano di Marco, (4, 35-41) alla folta assemblea intervenuta. “Ho pensato di fermarmi un po’ stasera a guardare con voi questa nostra barca, questo nostro mare, questo nostro navigare sicuri sotto la guida di Gesù!”
L’approfondimento di don Gian Luca parte dalla continua ricerca di un equilibrio, di una stabilità, di una felicità duratura, imperturbabile. Forse, aiutati dalla nostra esperienza marittima, intuiamo che sulle onde non si è mai troppo stabili e e che la barca, anche su un mare calmo, non può far a meno di muoversi galleggiando.
“Quando ci coglie la tempesta? Quando siamo particolarmente stanchi, provati, quando le condizioni esterne sono sfavorevoli e non ci consentono di sperare, quando siamo annoiati da ciò che continuiamo a fare per abitudine, quando ci sentiamo oppressi, incompresi, non ascoltati, quando permettiamo all’impazienza di vincere e di condizionare il nostro modo di relazionarci con le persone che incontriamo. La nostra barca sembra, allora, riempirsi inesorabilmente di acqua e non ce la fa a prendere il largo per arrivare all’altra riva.”
La tempesta spaventa, la mancanza di vie di fuga, di un approdo a cui attraccare, blocca. Si resta fermi senza più sapere cosa sia meglio fare. È allora che nel completo disorientamento, svegliamo il Signore perché si accorga della situazione e ci salvi; lo preghiamo con insistenza ma sembra dormire tranquillo, sembra non essere interessato.
“Arriviamo a convincerci che non si prenda a cuore i nostri bisogni, la nostra vita: come si può dormire in una tale tempesta? Come i discepoli, rischiamo continuamente di perdere di vista un particolare importante, rivoluzionario: Gesù è sulla barca e dorme. Non basta notare che sta dormendo tranquillo a poppa, non basta fermarsi a considerare che non interviene, dobbiamo fissare l’attenzione sulla sua presenza a bordo. Gesù sta sulla mia barca! A me questo dice davvero tanto! Non è sulla riva a guardarmi mentre sono in balìa delle onde, sta proprio lì con me; l’affondamento della barca sarebbe un problema anche per Lui che ha deciso di condividere con me la Sua vita. È qui che trovo la stabilità, l’equilibrio, la giusta dimensione delle cose, la rotta da seguire. Punto di partenza per il cristiano è l’incontro con Gesù, è un affidamento a Lui. Nella vita del cristiano e ancora più in quella dell’educatore, non possono mancare l’amicizia con Gesù, l’Eucaristia, l’ascolto della Parola di Dio nella meditazione ma anche nella lettura continua del Vangelo o della Bibbia, la carità e il servizio gratuito ai fratelli. Occorre cominciare a pensare una regola di vita per non essere soggetti alle emozioni del momento; non basta fermarsi al “mi piace”. Amore non è soltanto trasporto spontaneo; c’è bisogno di fedeltà, coraggio, responsabilità e disponibilità al sacrificio! Nel percorso abbiamo, inoltre, bisogno di una guida che ci aiuti a fare discernimento, uno che sia sempre pronto a incoraggiarci ad alzare lo sguardo verso Gesù che chiama e cammina con noi! Scegliamo un padre spirituale a cui confidare ciò che viviamo, un uomo di fede sempre in ascolto di Dio e degli uomini; non uno che prenda le decisioni al posto nostro, ma uno che ci aiuti a incontrare Gesù nella nostra storia.”
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