GROTTAMMARE – Il prossimo 1 dicembre avrebbe compiuto 100 anni Don Antonio Fazzini, capace di aver portato lo scoutismo a Grottammare durante il periodo da parroco in San Giovanni Battista e di essere stato un punto di riferimento nella vicina Ripatransone per i giovani e per i più bisognosi, sia in parrocchia, sia nelle verdi estati dell’Appennino centrale.
A Grottammare Don Antonio entrò come Parroco negli anni Cinquanta e tutti i giovani della città ispirati dallo scoutismo, fecero riferimento al vecchio incasato per vivere le loro esperienze.
Vi riportiamo la testimonianza di Giuseppe Rocchi, storico esercente grottammarese, una persona che lo ha conosciuto bene e che ha visto nascere e rinascere lo scoutismo a Grottammare, assieme a Luigina Palermi, Gianfilippo Carboni, Tommaso Giulioni e Don Giovanni Flammini, che ricordiamo con grandissimo affetto.
“Io come tanti ragazzi andavamo su perché ci divertivamo, l’avventura ci piaceva e quindi eravamo molto soddisfatti. Questa cosa però non sfuggì al Parroco della “Marina” che probabilmente non vedeva di buon occhio questa traslazione di ragazzi dalla “Marina” al Paese Alto e sta di fatto e non si sa come, Don Antonio fu trasferito a Ripatransone dove fondò il gruppo scout e fu trattato molto bene”.
Inoltre, Rocchi ci ha raccontato un aneddoto: “Don Antonio era fortissimo, claudicante e ciò non impediva che potesse fare le scalate anche le più ardite, tant’è che andammo al Corno Piccolo sul Gran Sasso…. era una guida meravigliosa e noi lo seguivamo come punto di riferimento e di sicurezza. Mi ricordo che a San Marco, nell’ascolano, in un San Giorgio di notte, noi eravamo piccolini temevamo il buio e addentrarci dentro la boscaglia, ma con lui davanti ci sentivamo sicuri e abbiamo fatto un ottima esperienza”.
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