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Usa, i vescovi rispondono in diretta su Facebook: “Convertirsi e lasciare da parte il clericalismo”

Maddalena Maltese

Vescovi in diretta su Facebook che rispondono alle domande dei fedeli e di chiunque sia interessato ai temi della Conferenza episcopale statunitense riunita in questi giorni a Baltimora: è questa una delle novità dell’assise 2018. A conclusione della giornata di dibattiti e di relazioni, alle ore 19 di ieri, mons. Bill Wack, vescovo di Pensacola-Tallahassee; mons. Adam Parker, a capo della diocesi di Baltimora e uno dei vescovi della frontiera texana, e mons. Daniel Flores, di Brownsville, si sono seduti davanti a una videocamera intervistati da Judy Kane, responsabile per la comunicazione della Conferenza episcopale. Pochi minuti prima i tre si sono raccolti in preghiera, incuranti dei giornalisti incuriositi, dei fotografi e dei tecnici che attivavano il collegamento. Per rompere il ghiaccio ciascuno di loro ha condiviso un’impressione sulla giornata trascorsa e comune è stata la volontà di intraprendere azioni urgenti per sanare la questione degli abusi, soprattutto dopo aver ascoltato le sofferte testimonianze dei sopravvissuti.

La prima a inviare una domanda in chat è Kelly che si chiede: “Come poter aiutare la Chiesa?”. Mons. Flores raccomanda

“la vigilanza soprattutto nella protezione dei bambini e poi l’accompagnamento in un tempo di autoconversione anche per i vescovi, un processo lungo ma necessario”.

Per il vescovo di Pensacola è indispensabile l’apporto dei laici, “ci servono nelle nostre commissioni indipendenti, ci servono come esperti, consulenti, ma soprattutto come padri e madri, famiglie”, mentre per quello di Baltimora è importante far conoscere quanto lavoro la Chiesa ha fatto e “spargere la notizia di cosa ha funzionato nella protezione dei bambini, ci serve anche questo incoraggiamento”.

Dopo è la volta di Alejandro, un giovane che si domanda come aver ancora fiducia in questa Chiesa e quale contributo possono offrire gli under 30. “Ero un giovane prete quando è emerso il primo scandalo sugli abusi a Boston – confida mons. Wack – e ora da giovane vescovo mi ritrovo ad affrontarne un altro ancora più grande. Quando siamo giovani, si pensa di poter far di tutto e nessun ostacolo può fermarci. Ecco io ti chiedo di portare questo ‘far di tutto’ alla Chiesa. La Chiesa ha bisogno della speranza, della fede, dell’entusiasmo giovane. Noi ne abbiamo bisogno”. E a chi chiede come potenziare il ruolo dei parroci, come recuperare la fiducia, i vescovi sono unanimi nel dire “parlarsi e ascoltare, fare domande senza pensare di sottrarre tempo alle incombenze di una parrocchia”.

Si affrontano vari temi nei 30 minuti di diretta dalla lettera sul razzismo, da trasferire nella quotidianità “amando i vicini, chi ci sta accanto nel lavoro, contrastando e prendendo consapevolezza di quegli atteggiamenti discriminatori o addirittura antisemiti”, al ruolo delle donne, ai seminari. Il ruolo delle donne è particolarmente enfatizzato da mons. Parker che nelle strutture della diocesi vede le donne in ruoli chiave e di responsabilità, “una di loro è cancelliere ed è consigliere fidato del vescovo. Ascoltarle aumenta la fiducia nelle nostre organizzazioni e questa è un’esperienza significativa nel nostro lavoro”. Per mons. Flores le leadership al femminile “sono portatrici di speranza. La loro grande capacità di ascolto è connessa alla pratica della guarigione, per questo non bisogna temere nell’affidare loro ruoli di direzione, li svolgeranno con grande attenzione alla persone”.

Sui seminari i vescovi spiegano che la formazione mira a sviluppare la bellezza della persona, la bellezza di servire la Chiesa, consapevoli che prima che scegliere di essere sacerdoti, è Dio a scegliere. Precisano che

oggi c’è una selezione più attenta, colloqui anche con i laici che dopo consigliano il vescovo sulle vie da intraprendere per sviluppare la chiamata.

Ci sono corsi di psicologia, si impara anche a vivere la sessualità, ma “per quanti corsi e strutture possiamo creare – precisa mons. Parker – è solo l’imitazione dei fratelli che consolida la chiamata. Ho conosciuto un prete che ha fatto la differenza e questo rimane, anche se vanno messe in atto tutte le forme di protezione di cui abbiamo parlato in assemblea”.

Nella chat non potevano mancare le domande sul caso McCarrick. “Cosa ci garantisce che non si ripeterà?”, si chiedono in tanti. “È cambiata la cultura – spiega il vescovo di Baltimora -. Abbiamo educato migliaia di laici, sacerdoti, religiosi. Abbiamo reso consapevoli anche i bambini di questi problemi, ma è anche vero che non sono le strutture la garanzia che non si ripeteranno casi simili, è solo la nostra vita, come viviamo il Vangelo”. “Non si ripeterà se noi ci autoconvertiremo e lasceremo da parte il clericalismo”, conclude mons. Flores, citando Bernanos: “L’unico modo di riformare la Chiesa è soffrire per lei. Il solo modo di riformare è l’esempio più eroico delle mie virtù”.

Redazione: