Nel comunicato della Pastorale sociale pubblicato sul sito della Conferenza episcopale colombiana si segnalano le drammatiche cifre di quello che viene definito un “flagello” per il Paese. Secondo i dati forniti dalla Medicina legale, tra gennaio e ottobre 2017 sono stati commessi in Colombia 751 femminicidi. Soltanto a Bogotá, nel primo trimestre del 2018, secondo quanto riferisce la Facoltà di diritto dell’Università Libera, sono stati registrati 760 casi di donne vittime di atti di violenza commessi dai partner o dagli “ex”.
La Chiesa cattolica, contemporaneamente, esorta la società civile e lo Stato a contrastare questo gravissimo fenomeno e conferma il suo impegno per dare dignità alle donne. In questo contesto, si legge nella nota della Pastorale sociale, “realizza azioni di accompagnamento in diverse comunità, attraverso il riconoscimento dei diritti delle donne, la denuncia delle loro problematiche, lo sviluppo di processi di carattere psicosociale e di sostegno spirituale”. Al tempo stesso, la Chiesa esercita il ruolo di facilitatrice e mette in atto relazioni che permettono alle comunità e alle organizzazioni della società civile di stabilire un dialogo con le istituzioni e di creare situazioni favorevoli perché la dignità della donna si sviluppi e venga difesa.
Lo slogan “Donne che superano la violenza” si propone, perciò, “di sensibilizzare e prevenire le forme di violenza e discriminazione contro le donne e di dare rilievo alle modalità attraverso le quali le donne sono riuscite a superare le diverse forme di violenza, sviluppando processi di cambiamento con l’accompagnamento del Segretariato di Pastorale sociale Caritas della Chiesa colombiana. Molti di questi progetti, focalizzati sulla costruzione della pace e di una società senza violenza e conflitti sociali, riguardano le regioni maggiormente coinvolte negli ultimi decenni in situazioni di guerriglia e violenza, come la provincia del Catatumbo, nel Norte de Santander, e i dipartimenti di Nariño, Caquetá e Putumayo.