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Don Peppe Diana: mons. Spinillo (Aversa), “la prepotenza della Camorra serpeggia ancora nel nostro territorio, non diventi endemica”

“Il profeta è colui che non deve tacere perché annunzia una meta verso la quale dirigersi”. Lo ha affermato il vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo, presentando in Curia le iniziative per il 25° anniversario dell’uccisione di don Peppe Diana, parroco della chiesa di San Nicola in Casal di Principe, ucciso dalla Camorra. “La prepotenza della Camorra sulle vite serpeggia ancora nel nostro territorio e non può diventare endemica, come lo stesso don Peppe ammoniva in quel documento del 1991 intitolato ‘Per amore del mio popolo’ – ha aggiunto il presule -. L’amore, invece, non tace: ecco perché siamo chiamati ad essere profeti e ad annunziare qualcosa di grande, cogliendo le sensibilità di coloro che sono mossi da quella profonda passione che ci spinge a vivere insieme e a camminare fianco a fianco”. Nel corso dell’incontro con la stampa è stato presentato il logo del programma di iniziative e illustrato il “percorso comune che condurrà tutta la comunità, ecclesiale e civile, verso l’appuntamento del 19 marzo 2019”. Il vescovo Spinillo ha poi presentato la “lettera pastorale al popolo di Dio che è nella Chiesa aversana”, per il 25° dell’uccisione di don Diana, intitolata “Per amore. Sentinelle e Profeti”. Sono intervenuti alcuni rappresentanti delle altre realtà istituzionali e associative che siedono al tavolo diocesano: Renato Natale, sindaco del Comune di Casal di Principe; Valerio Taglione per il Comitato Don Peppe Diana e Scuola di pace; Gianni Solino per l’associazione Libera; Giovanni Del Villano per l’Azione Cattolica italiana; Pasquale Leone per l’Agesci; Marino Pezzullo per i Foulards Bianchi.