Il presepe rappresenta “un segno che i cristiani danno al mondo, ad ogni uomo e ad ogni donna, che c’è speranza, che non ci si può fermare a quello che si vede, ma che bisogna guardare al futuro con coraggio, consapevolezza e audacia”. Lo ha sottolineato mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, a margine dell’inaugurazione della mostra “100 Presepi in Vaticano”, visitabile gratuitamente fino al 13 gennaio, presso la Sala San Pio X in via dell’Ospedale, a pochi passi da san Pietro. “Il problema non è quello di invocare il rispetto per chi è di un’altra religione: porre il problema in questi termini è totalmente sbagliato, perché c’è anche il rispetto nei confronti del credente”, ha spiegato mons. Fisichella rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle polemiche suscitate dalla presenza del presepe nelle scuole. “Il problema – ha aggiunto – deve essere posto se la realtà del presepio è uno di quei segni che all’umanità intera possono portare un messaggio di pace, di dialogo, di accoglienza che invita tutti a lavorare perché il mondo possa essere migliore”. Senza entrare nel merito di “problemi politici”, il presidente del dicastero vaticano ha ammesso che “c’è sempre il rischio che i simboli religiosi siano strumentalizzati, lo vediamo in tutta la storia”. Ma, ha osservato, “dobbiamo essere tutti capaci di sapere che c’è il rischio della strumentalizzazione, ma c’è ugualmente tanta intelligenza da parte delle persone di superarla e di vedere la realtà positiva che il presepe rappresenta”.