Ho concentrato in questo libro, attraverso fogli matricolari e relazioni ministeriali ho cercato di ricostruire i dati biografici di ogni caduto, infatti all’interno del libro è possibile trovare una scheda per ogni singolo nome e un fotografia per quanto mi è stato possibile.
Dopo tutti questi anni per alcuni caduti non è stato possibile rinvenire foto. Il mio libro vuole essere un omaggio ai cinquantotto caduti di Monsampolo del Tronto, paese d’origine dei miei genitori.
Vorrei citare Tolstoj quando diceva: noi moriamo quando non riusciamo a mettere radici in altri. Ho scelto questo titolo perché presso il parco di Monsampolo sarebbero dovuti essere piantati tanti alberi di maggiociondolo quanti i caduti del paese, ma questo albero produce bacche velenose ed allora essendo il parco destinato a contenere giochi per bambini, si è provveduto a fare una diversa scelta e quindi a piantare dei pini. Ogni pino possedeva una targhetta con nome del soldato deceduto, ora le targhette sono scomparse, alcune targhe d’epoca sono visibili a Ponzano di Fermo. Ci sono stati seicentomila morti per ottenere la libertà, io sono dell’idea che per ottenere libertà e rispetto dei diritti è fondamentale il dialogo, coltivare amicizia. La guerra è la strada più sbagliata che si possa intraprendere”. Presso la sala convegni della polisportiva il dott. Schiavi ha inaugurato una mostra fotografica con immagini e cartellonistica dell’epoca. Si ringrazia per la collaborazione la professoressa Giuliana Santori.
Il dott. Schiavi è nato ad Ascoli Piceno nel 1952. Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’università di Bologna ora è in pensione dopo aver lavorato presso la USL di San Benedetto del Tronto presso il servizio di Medicina Legale.
Per informazioni riguardo il libro è possibile rivolgersi presso la polisportiva Spazio stelle di Stella di Monsampolo del Tronto.
Patrizia Neroni.