DIOCESI – Si è conclusa la prima fase del corso formativo per i volontari Caritas.
A presiedere questo ultimo incontro, tenutosi lo scorso 14 dicembre, prima della grande pausa festiva, è stato nuovamente il dottor Francesco Morgese che ha trattato questa volta il tema della Comunicazione efficace, un’altra importante competenza che un buon operatore Caritas deve saper utilizzare assieme alle sue capacità empatiche e al problem solving, accennate nelle sue precedenti lezioni.
La comunicazione infatti, nella nostra società, occupa un ruolo fondamentale, poiché essa è la risultante di un meccanismo complesso che coinvolge diverse variabili che vanno a loro volta a strutturare l’interazione umana.
Tale interazione è particolarmente sentita soprattutto quando, nel processo comunicativo, sono coinvolti un operatore Caritas e un utente che vive una particolare situazione di disagio. Al primo sono richieste, oltre alle doti empatiche, anche capacità di comprensione e produzione di messaggi che possano facilitare l’interazione comunicativa e dunque compiere già un primo passo nella risoluzione di un eventuale problema.
La comunicazione, nella sua processualità, non è soltanto un semplice scambio di informazioni che avviene per via orale tra emittente e destinatario, ma è un processo circolare che coinvolge tre aspetti dell’essere umano: gli aspetti cognitivi, gli aspetti comportamentali e quelli emotivi. Dunque non solo il nostro linguaggio, ma tutto il comportamento è comunicazione e tutta la comunicazione influenza il comportamento: non si può non comunicare!
Questo meccanismo apparentemente semplice, comporta anche una decodifica dei messaggi veicolati che fa si che le persone coinvolte in tale processo, possano percepire la stessa situazione e la stessa comunicazione in modi differenti.
Occorre pertanto riscoprire il valore della comunicazione poiché mediante essa si costruiscono credenze, opinioni, si modificano atteggiamenti, regole e procedure che andranno poi ad influenzare il nostro vivere civile.
Stabilita l’importanza della comunicazione e di come essa influenzi il nostro comportamento, il dottor Morgese si è poi soffermato sulle componenti della comunicazione efficace che sono: la trasmissione di contenuti concreti, la libera espressione dei medesimi senza continue interruzioni e la presentazione degli elementi comunicativi secondo un ordine di importanza (prima quelli necessari, poi quelli superflui) a seconda dei fini che ci prefiggiamo. A partire da questi semplici ingredienti il volontario potrà infatti costruire il proprio stile comunicativo assertivo in modo da riconoscere le proprie emozioni, difendere i propri diritti, manifestare critiche e preferenze, nel rispetto dei diritti e dei desideri altrui. Essere consapevoli di queste dinamiche è fondamentale, non solo per chi opera nel terzo settore ed è costretto a confrontarsi con situazioni difficili che richiedono grande controllo comunicativo, ma anche per tutti coloro che, nel lavoro nella famiglia o con gli amici, non riescono ad esprimere liberamente il proprio punto di vista. In un mondo governato da tante informazioni, dove domina il facile giudizio, le semplici generalizzazioni e dove tutto sembra mobile, trovare il proprio modo di comunicare e di esprimere correttamente il proprio pensiero, in ogni situazione, è una competenza che deve essere maggiormente valorizzata.