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Sinodo dei giovani, Cardinale Baldisseri: “renderli sempre più partecipi a vita Chiesa accogliendone contributo in organismi decisionali“

“Una bella esperienza ecclesiale e umana, che ha arricchito tutti, all’interno dei lavori e all’esterno”. In un’intervista a L’Osservatore Romano in edicola questo pomeriggio con la data di domani, il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, definisce in questi termini la recente assemblea sui giovani, tracciandone un bilancio e delineando il cammino verso il Sinodo dell’Amazzonia. Nella prima parte della conversazione, Baldisseri spiega che i giovani “sono già parte della Chiesa ed è opportuno che siano sempre più partecipi della sua vita concreta”. Occorre pertanto accogliere “anche negli organismi decisionali il contributo che possono dare, sempre nello spirito di una corretta sinodalità” e al tempo stesso “accompagnarli nel loro cammino di sequela di Gesù” come essi stessi hanno chiesto. Il porporato sottolinea quindi le novità legate alla costituzione apostolica Episcopalis communio le cui norme sono state applicate per la prima volta. La “più significativa”, spiega, è “la trasformazione del Sinodo da evento a processo, in cui non solo i vescovi, ma anche tutti gli altri membri del popolo di Dio sono in vario modo coinvolti”. Un processo consolidato in tre fasi: preparatoria, assembleare, attuativa; quest’ultima appena iniziata. Ulteriore novità l’intronizzazione iniziale del libro dei Vangeli, “che ha ricordato visibilmente a tutti che ‘il magistero non è superiore alla Parola di Dio, ma al suo servizio’”, aggiunge Baldisseri, il più ampio spazio riservato ai circoli minori e le nuove modalità di elezione degli organismi sinodali, tra cui il consiglio della Segreteria generale, accresciuto nella sua composizione e nella sua rappresentatività. Per il porporato, il Sinodo ha lasciato nei giovani “un forte messaggio di fiducia e di speranza. Fiducia nei giovani, nelle loro capacità, nel loro desiderio di vivere una vita piena e significativa”, ma è stato anche “il Sinodo della speranza, come l’occasione giusta e promettente per rinnovare strutture e vie pastorali nella Chiesa, e come un riferimento forte per la società e le istanze civili”.

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