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Bulgaria: Plovdiv guarda all’Europa

Iva Mihailova

Dopo aver guidato la presidenza semestrale del Consiglio dell’Unione europea nella prima metà dello scorso anno, la Bulgaria è di nuovo sotto i riflettori del continente con la città di Plovdiv, proclamata insieme a Matera Capitale europea della cultura per il 2019. “Plovdiv è sempre stata la capitale culturale della Bulgaria ma ora si nota anche un respiro europeo”, spiega al Sir don Dimitar Dimitrov, parroco cattolico della parrocchia Santo Spirito di Plovdiv.

Resti romani e presenze religiose.“Come originario della città e come sacerdote, sento il grande entusiasmo di tutti i cittadini di dimostrare all’Europa la ricchezza culturale della nostra zona, strettamente legata alla storia cristiana di Plovdiv”, afferma don Dimitrov. Per aderire alle iniziative culturali in corso, dalla parrocchia, situata vicino al grande palcoscenico sul quale il 12 gennaio si svolgerà la cerimonia d’apertura ufficiale dell’anno, è stato ideato un presepe speciale. “Esso – spiega il sacerdote – riprende la scena dei resti romani situati vicino al tunnel della città mentre sopra è posta una scritta in latino: Filippopoli – Capitale della cultura europea”. Filippopoli è l’antico nome della città, che conserva un ricco patrimonio archelogico del tempo dei Romani, nonché numerose occasioni per incontri culturali e molteplici testimonianze religiose.

Le radici cristiane della città. “Cristo nasce anche a Plovdiv – sottolinea il parroco –, città che faceva parte dell’Impero romano, le cui rovine cristiane si possono vedere nei pressi della cattedrale cattolica di San Luigi, sede principale della diocesi di Sofia-Plovdiv”. “Proprio di fronte – spiega – si trovano i resti di una basilica cristiana dell’ottavo secolo, mentre c’è anche un’altra grande basilica episcopale con mosaici molto ben preservati”.In questo modo “si vedono chiaramente le radici cristiane della cultura europea di Plovdiv”.

Il motto “Together”. Don Dimitar appare entusiasta: “la cultura – afferma – è sempre legata allo spirituale, ai valori, alla religione. E continua: “Non a caso il motto è ‘Together’, perché il dialogo interreligioso, la convivenza pacifica e lo spirito di tolleranza hanno segnato nei secoli la storia della seconda città bulgara”, racconta il sacerdote. “A Plovdiv, su una popolazione di circa 700mila abitanti, ci sono, oltre alla maggioranza di ortodossi, molti musulmani con una moschea al centro della città, una sostanziosa comunità cattolica ma anche la comunità armena, gli ebrei e i rom”. A suo avviso le diverse appartenenze religiose e le varie minoranze presenti a Plovdiv“sono state sempre occasione di confronto, di arricchimento vicendevole e mai di conflitto o di divisione”.

Dialogo e condivisione. Non a caso tra le priorità dell’anno culturale figurano anche l’integrazione dei diversi gruppi etnici e minoritari. “Questo vale anche per la cultura che nella sua sostanza significa dialogo, condivisione delle capacità più nobili dell’uomo”. L’augurio, dunque, di don Dimitrov ai visitatori della prima capitale della cultura europea in Bulgaria è “di riscoprire non solo il ricco patrimonio culturale, fonte di sviluppo sociale e politico, ma anche di verificare come la cultura e il dialogo tra le religioni possono rendere migliori l’Europa”.

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