“La pretesa di iniziare un nuovo mandato presidenziale il 10 gennaio” da parte di Nicolas Maduro è “illegittima fin dalla sua origine e apre la porta al disconoscimento dello stesso Governo, perché manca il fondamento democratico a livello di giustizia e di diritto”. Lo scrivono i vescovi del Venezuela, riuniti in questi giorni a Caracas per la 111ª Assemblea plenaria della Conferenza episcopale venezuelana (Cev). Nell’Esortazione intitolata “Quello che avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”, i vescovi ribadiscono la gravissima situazione di carattere economico, sociale e politico in cui versa il Paese. L’Assemblea nazionale, eletta alla fine del 2015 e successivamente esautorata da Maduro per fare posto a un’Assemblea costituente, è per la Cev attualmente “l’unico organo del potere pubblico legittimato per esercitare le sue competenze di sovranità”. Fu lo stesso cardinale segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin, ricordano i vescovi, a chiedere il 1° dicembre 2016 che all’Assemblea nazionale venisse restituito il ruolo previsto nella Costituzione. Nell’esortazione si scrive che “tutto il popolo venezuelano vive una situazione drammatica e di estrema gravità per il deterioramento del rispetto dei suoi diritti e della sua qualità di vita, oltre a una crescente povertà”. Si tratta di un “peccato che grida al cielo il voler mantenere a tutti i costi il potere e pretendere di prolungare il disastro e l’inefficienza degli ultimi decenni. Tutto questo è moralmente inaccettabile!”.

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