“La speranza del regno di Dio non può essere identificata con una nazione o con un sistema politico. La sua realizzazione rimane un orizzonte che invita alla conversione costruendo, giorno dopo giorno, una società di giustizia e di diritto, in cui ciascun figlio di Dio è accolto, nominato e protetto”. Lo ha detto mons. Bruno-Marie Duffé, segretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, intervenendo alla conferenza che si è tenuta a Pavia sul tema “Migrazioni globali e nuovi nazionalismi. La Chiesa di fronte a xenofobia, populismo, razzismo”. Nel suo intervento, pubblicato da L’Osservatore Romano, mons. Duffé partendo da un’analisi psicologica e sociale della “paura” nei confronti del diverso, e in particolare dei migranti, ha ricordato che “siamo tutti fondamentalmente dei migranti”, e che per tutti la “vita è una ricerca della sorgente”, fisica e simbolica. “L’incontro dell’altro, dello straniero migrante in special modo – ha spiegato – interroga e ridefinisce in modo necessario l’immagine che abbiamo costruito del nostro divenire e avvenire. L’altro è sempre colui che rovescia le nostre previsioni. La storia sarà diversa perché dovremo scriverla insieme a colui che è venuto”.
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