Subito sui social è scoppiata una polemica. Qualcuno ha fatto notare che San Benedetto del Tronto non è Lourdes o San Giovanni Rotondo. Qualcun altro si è lasciato andare a qualche commento fin troppo goliardico. Ma a ben vedere l’idea di Piunti, che comunque stava parlando davanti a un organismo che raccoglie tutti i comuni d’Italia, non è affatto peregrina (è proprio il caso di dirlo!).
Se pensiamo alla realtà locale, alla sua fede e alle sue tradizioni religiose, sono molte le potenzialità del territorio che non sono affatto sfruttate. Pensiamo a quanto potrebbe essere valorizzata la processione che si svolge in mare in onore della Madonna della Marina l’ultimo sabato di luglio.Nonostante la vocazione turistica della nostra città, la più cara di tutte le feste sambenedettesi è sempre stata una festa di paese e non ha mai coinvolto più di tanto le migliaia di persone che in quel periodo si trovano in città. Certo, non si tratta di trasformare un atto della devozione e della pietà in una gita in mare, ma perché non si può fare in modo di aprire questo evento di grazia a tanti turisti?
Basterebbe progettare una passeggiata che dalla Cattedrale porti alla chiesa di San Benedetto Martire per fare ammirare i tesori artistici che esse contengono. Quante cose ci sarebbero da dire davanti all’altare di San Biagio (in cattedrale) o a quello dell’Immacolata (al Paese Alto). Simulacri di Sante e di Santi che non solo parlano di fede, ma anche della storia della nostra Città. Magari sarebbe bello intervallare l’itinerario religioso con una suggestiva visita al Torrione.
Non si deve ristringere il turismo religioso alla propria città.
Le città e i paesi che fanno parte della nostra diocesi sono spesso dotati di musei diocesani, tanto ricchi di opere d’arte quanto sconosciuti agli stessi abitanti del posto. Meriterebbero finalmente di essere inseriti in circuiti turistici.
Si potrebbe valorizzare il ricco patrimonio culturale, storico e artistico diffuso sul nostro territorio.
Infine si potrebbero creare pacchetti da promuovere negli hotel della Riviera per “visite fuori porta”: basta pensare a località relativamente vicine come Ascoli, con le sue chiese romaniche, o Loreto, con la Santa Casa.
A ragione di questo si terrà a Vicenza, dal 16 al 18 febbraio 2019, il “Primo Meeting del turismo Spirituale“: 3 giorni di incontri e scambi per un nuovo progetto di valorizzazione e promozione dei territori, mettendo in rete il patrimonio religioso culturale materiale e immateriale che li caratterizza, creando nuove opportunità di crescita e di sviluppo culturale, sociale ed economico.
Infine i dati forniti dall’Unwto (World tourism organization), l’organizzazione mondiale del turismo aderente alle Nazioni Unite, segnalano in crescita il settore del Turismo religioso.
Per fare questo c’è bisogno di una comunità che abbia percezione della sua identità e che sappia valorizzare il proprio patrimonio di fede e di cultura. C’è bisogno di fare rete e di uscire fuori da sterili campanilismi.
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"Provocati" dall'intuizione del sindaco, dovremmo domandarci quanto la nostra diocesi è impegnata nella pastorale turistica, quanto investa su di essa e come risponda alla domanda di centinaia di migliaia di fedeli, provenienti da ogni luogo, che si trovano a visitare i nostri territori.