La sala polivalente della Caritas diocesana in piena emergenza freddo.SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sono rimasto colpito dall’immagine di quella coperta appartenuta ad un senzatetto finita nel cassonetto, è qualcosa che mi ha turbato e interrogato molto.
Non mi ha lasciato indifferente che quel gesto fosse stato compiuto da un’istituzione che rappresenta una Città. Le istituzioni hanno il compito di essere il nostro punto di riferimento, rappresentano la Legge, dovrebbero tutelare i nostri diritti e ricordarci quali dovrebbero essere i nostri doveri, hanno il compito di educarci ad essere persone civili. Tuttavia, ciò che sta avvenendo in questo momento storico non deve indignarci più di tanto, credo che si tratti dell’ennesimo atto, frutto di una cultura abituata a scartare e a nascondere ciò che non piace, ciò che puzza, ciò che urla, ciò che da fastidio. Ormai si tratta di un abitudine consolidata nel tempo, siamo talmente abituati a “buttare” che continuiamo a farlo senza curarcene minimamente.
Dov’è finita la nostra umanità, quando abbiamo smarrito il nostro senso di solidarietà nei confronti dell’altro, ma soprattutto quale funzione educativa svolge la politica?
Questi atti dovrebbero spronarci, dovrebbero svegliarci e farci comprendere che abbiamo un necessario bisogno di umanità.
Dobbiamo ritornare ad amare, a coltivare i nostri sogni, a rispettarci reciprocamente, ad avere cura delle nostre fragilità, soprattutto quelle degli altri. Credo che ricostruire una nuova mentalità fondata sulla prossimità possa esser ancora possibile, è necessario andare verso l’altro per farsi prossimo degli ultimi e degli emarginati.
Ci siamo mai chiesti cosa significhi la vita in strada?
Quasi tutti coloro che vivono questa situazione non la scelgono, la strada. Ci si ritrovano, spesso troppo in fretta, senza rendersene conto e capire perché sia successo. Al senzatetto la coperta non va buttata nel cassonetto, la coperta va regalata. Per noi si tratta di una coperta, per alcuni la possibilità di sopravvivere.
Sono giorni di freddo intenso, per alcune persone ripararsi dal freddo diventa una questione di vitale importanza.
Non so se vi è mai capitato di pensare a questi uomini e donne dimenticati da tutti, se vi è mai capitato di domandarvi dove si ripara una persona che non ha una casa? Quando sono davanti a un “senzatetto”, mi viene da domandarmi: perché è capitato a lui e non è capitato a me? È una domanda a cui non credo ci sia una risposta certa, tuttavia si tratta di un mistero che dovrebbe farci avvicinare a loro.
Siamo chiamati come cristiani e come cittadini a dare un segno di civiltà forte. Dobbiamo agire per combattere l’indifferenza, senza avere paura di prenderci cura degli indifesi, di chi sperimenta la sofferenza e la solitudine.
Di seguito vi proponiamo il servizio realizzato da Vera Tv