(da Panama) È il primo abbraccio dei giovani della Gmg di Panama a Papa Francesco. Ed è un abbraccio vigoroso. Un urlo di gioia, una carica di entusiasmo. Sono tutti al Campo Santa María la Antigua sulla Cinta Costera. Le stime parlano di 250mila pellegrini. “Papa Francisco, Panama, la riceve con il cuore e a braccia aperte”, dice l’arcivescovo locale José Domingo Ulloa Mendieta. È un momento storico per tutta la Regione di questo istmo che collega le due Americhe e i due oceani. Scegliendo di venire a Panama, dice l’arcivescovo Ulloa, il Papa ha dato la possibilità a molti giovani centroamericani, “in particolare a coloro che sono stati segnati da emarginazione e povertà, di vivere l’esperienza di un incontro con altri giovani, dove potranno condividere sogni e progetti” e scoprire di “essere i principali protagonisti del rinnovamento della Chiesa e della società. Esta es la juventud del Papa”. E con una parata coloratissima, giovani di tutti i continenti hanno sfilato con le bandiere e i vestiti tipici del loro Paese sul palco. Cantano, ballano. Si ripercorrono tutti gli inni delle Gmg passate.
Affacciati sull’Oceano Pacifico con lo sguardo rivolto al futuro, i giovani fanno memoria dei Santi patroni della Gmg. Sono le loro radici, le fondamenta su sui si potrà costruire il futuro di questa terra.
“La violenza non sarà mai la strada”,
dice Enrique Irving Menjivar Ortega, giovane del Salvador parlando di mons. Oscar Arnulfo Romero. Sul Campo parte un applauso fortissimo, segno che il vescovo Romero è amatissimo in questa parte del mondo. “È diventato santo – aggiunge Enrique – non solo per il suo martirio ma a coronamento di una vita di amore per i poveri, per chi soffre. Sappiamo che sta pregando per la pace”. E tra i Patroni viene ricordato anche San Giovanni Paolo II che ha dimostrato al mondo intero – dice Ana Lucia Reyes Vargas, del Messico – “come nel cuore di un vecchio Papa possa brillare l’eterna giovinezza che dà speranza”.
“Cari giovani, buon pomeriggio!”. Il Papa prende la parola e i giovani gli rispondono con un fragoroso applauso. È venuto qui per affidare loro il sogno di una cultura dell’incontro.
Chiede di essere “costruttori di ponti” e non “costruttori di muri”, di non diffondere la paura generando divisioni.
Affida questo sogno in una terra centroamericana la cui grande sfida è proprio quella di superare le ferite delle separazioni. Causa di guerre, povertà e mancanza di libertà. “Il vero amore non annulla le legittime differenze, ma le armonizza in una superiore unità”, dice ricordando le parole di Benedetto XVI a cui va un saluto in “diretta tv”. “Sappiamo che il padre della menzogna preferisce un popolo diviso e litigioso ad un popolo che impara a lavorare insieme”. “Voi ci insegnate che incontrarsi non significa mimetizzarsi, né pensare tutti la stessa cosa o vivere tutti uguali facendo e ripetendo le stesse cose, ascoltando la stessa musica o portando la maglia della stessa squadra di calcio. No, questo no”.
“La cultura dell’incontro è un appello e un invito ad avere il coraggio di mantenere vivo un sogno comune. Sì, un sogno grande e capace di coinvolgere tutti”.
La preghiera per la pace è nel cuore dei giovani della Gmg. I giovani si uniscono al Papa sul palco e in un silenzio profondissimo, rivolgono intenzioni di preghiera. “Spezza con la forza invincibile del tuo amore, o Padre, le trame della violenza e delle guerre”:
“Tutti i popoli possano sperimentare una stagione nuova di giustizia, di pace e di solidarietà fraterna”.
Sergio ha 20 anni e viene dal Guatemala. Fa parte del coro papale che è formato da oltre 300 giovani con rappresentanti di tutti i paesi del Centro America e Latino America. “Una grande emozione”, dice al termine di questo primo incontro con il Santo Padre. “La Gmg è una manifestazione di fede e di entusiasmo. Il mio sogno e quello dei giovani del Latino America è che ci sia in tutti i nostri Paesi la pace”. Secondo le ultimissime statistiche diffuse dal Comitato organizzatore sono ad oggi (23 gennaio) 110.584 le persone che hanno ritirato il loro accreditamento di partecipazione alla Gmg. Tra questi, 85.884 sono pellegrini, 450 vescovi, 2.250 preti, 2.500 giornalisti e 19.500 volontari.