Don Mimmo ha raccontato di come il libro sia il frutto della sua esperienza a contatto con i giovani della sua terra, ricca di bellezze non valorizzate a causa di vari problemi culturali. A partire da questa constatazione, l’autore si è chiesto: “Come posso risvegliare l’attenzione dei ragazzi e il loro amore per il territorio?”. Un ciclo di conferenze dedicato a temi sociali non sarebbe stato efficace e così il sacerdote ha tentato la via dell’esperienza laboratoriale, tipica degli oratori, poiché, ha osservato l’autore, solo quello che è esperito rimane realmente nella testa e nel cuore delle persone. È necessario comprendere che già il passaggio da un metodo teorico a uno pratico è esso stesso veicolo di contenuti.
Don Mimmo è sceso poi nei particolari delle sue attività e ha spiegato come i suoi incontri con i giovani siano partiti con l’ascolto di brani musicali di autori impegnati. In una prima fase i ragazzi hanno ascoltato il brano e hanno esposto le loro impressioni. Poi il brano è stato riascoltato avendo il testo sotto gli occhi e ancora una volta con l’ausilio di alcune immagini ad hoc. Fino a questo momento ha prevalso l’emozione e l’individualità. Attraverso altre attività, anche di tipo ludico, si è poi cercato di passare dall’ “io” al “noi”. Al momento di riflettere e di trarre le conclusioni, il risultato è stato quello che i ragazzi hanno espresso i valori della Dottrina Sociale: sono arrivati ai principi passando attraverso l’esperienza.
È da notare che i ragazzi che hanno partecipato a queste attività, sono di vari schieramenti politici e orientamenti religiosi, alcuni anche atei. Questo ha portato l’autore ad affermare che i valori della Dottrina Sociale, prima ancora che essere cristiani, sono umani.